Ripresa fragile dell’Ict in Italia mentre il mondo corre
09/01/2009
Cresce il mondo (tanto), cresce l’Europa (abbastanza), cresce l’Italia (meno). A volerli leggere in modo telegrafico, i risultati preliminari dell’annuale rapporto di Aitech Assinform/Netconculting sull’andamento dell’Ict in Italia rimandano sensazioni positive accompagnate da qualche recriminazione per quel che riguarda il nostro paese.
Ennio Lucarelli, presidente di Aitech Assinform, pone l’accento sulla crescita mondiale dell’It del 6,1%, superiore a quella del Pil (+5,6%), che pure migliora come mai era successo negli ultimi 20 anni. La tendenza positiva viene dall’accelerazione dell’It, e dalla tenuta delle telecomunicazioni; la differenza la fanno i paesi emergenti (Brasile, Cina, India, Russia), ma anche Europa e Usa registrano un’intensificazione della domanda. Un dinamismo evidenziato dagli indicatori di diffusione per molti versi straordinaria; si pensi che telefoni cellulari e Pc sono utilizzati ormai da un terzo della popolazione mondiale.
In questo scenario, l’Italia registra gap di crescita marcati nei confronti del mondo (meno 4,5% nell’It, -3,5% nelle telco), e dell’Europa (-2,6 e -2,0%, qui c’è la crescita forte della Germania e dei paesi dell’est, soprattutto). Nel 2006, si conferma con l’1,6% la crescita dell’It già rilevata l’anno precedente (0,9%, nel 2004 era stata negativa -0,4%). “La ripresa del nostro settore informatico – afferma Lucarelli – è un segnale certamente positivo che non va sottovalutato nell’attuale fase di crescita dell’economia italiana. Ma si evidenzia un quadro di marginalità nei processi internazionali di produzione dell’innovazione tecnologica che dovrebbe creare serio allarme nel mondo politico per imprimere in tempi brevi un’inversione di tendenza “.
In controtendenza, rispetto all’Europa, la crescita della componente hardware (+3,7%), e cresce anche il settore del software e dei servizi (più 1,1%). Tutto merito del Pil (passato in un anno dallo 0,1 all’1,9%), ma in particolare delle componenti del Pil. “Gli investimenti – dice Giancarlo Capitani, amministratore delegato di Netconsulting – sono indirizzati non solo a macchinari e attrezzature, ma anche a beni immateriali, come il software e la consulenza, cosa dimostra che le imprese tornano a investire in conoscenza, qualificando l’investimento”.
Per Capitani, anche la ripresa dei consumi (+1,5%) promette bene. Qualche conferma e qualche novità se si va a guardare le dimensioni d’impresa: l’investimento si concentra nel segmento delle grandi, le medie confermano una tendenza interessante, le piccole, assolutà novità, (ri)cominciano a investire in It, seppur di poco (+0,3% rispetto però al – 1,4% del 2005) sotto la spinta di fattori come la compliance e, tout court, la necessità di sopravvivere. Lo spaccato della domanda per settori produttivi, mostra il ruolo trainante delle imprese del comparto media e telecomunicazioni e della distribuzione e dei servizi, che si collocano rispettivamente al terzo e al quarto posto per entità di investimenti It, dopo le banche e l’industria. La pubblica amministrazione centrale registra invece la dinamica più negativa.
Tornando all’hardware, Capitani sottolinea la forte crescita del mainframe, dovuta soprattutto a una fattore ciclico di rinnovo del parco, in particolare da parte della pubblica amministrazione e delle banche. Buonissime le performance delle stampanti multifunzione, e buone le vendite di Pc, trainate ancora una volta dal segmento consumer, ma con performance in azienda non trascurabili. Le vendite di portatili hanno superato quelle dei desktop, per un parco complessivo di Pc installati in Italia (imprese e famiglie) di 24,7 milioni di unità. Capitani sottolinea come, contrariamente a quanto si pensa, il desktop continui ad avere un ruolo importante in azienda, grazie all’adozione di politiche diversificate: i notebook ai top manager e ai lavoratori mobili, il desktop (sofisticato e dotato di schermo piatto) ai cosiddetti “clerical workers”. Le dinamiche di business sono buone, per effetto delle sostituzioni, dei prezzi calanti e dell’avvento di Vista. Cresce il server di fascia media e alta a scapito di quella bassa.
Una buona notizia arriva dal software, che cresce soprattutto nella sua componente middleware, e si rafforza in vista di progetti di integrazione, virtualizzazione, sicurezza e delle prime architetture Soa. Anche le applicazioni sono in ripresa: le grandi realtà aggiornano, le medie rinnovano le funzionalità, le piccole le usano a supporto dei processi. Il tutto in un’ottica di maggiore verticalizzazione. Sul fronte applicativo la componente più dinamica è quella della sicurezza. Nel caso dei servizi, le dinamiche relativamente più vivaci sono risultate quelle dell’outsourcing, e dell’integrazione dei sistemi e della consulenza. “Nel campo dei servizi – afferma Capitani – l’impatto tariffario si fa sentire di più nelle attività a minore valore aggiunto”. Purtroppo, con tutto quello che in documenti e convegni si dice sull’importanza del capitale umano, si riducono gli investimenti in formazione, anche se a una lettura più attenta il fenomeno potrebbe essere parziale conseguenza del ricorso all’outsourcing.
Il comparto delle telecomunicazioni (apparati, terminali e servizi per reti fisse e mobili) è cresciuto nel 2006 del 2,1% sul 2005 (3%). Il rallentamento, nota Capitani, è dovuto soprattutto al segmento del comparto del fisso, mentre aumenta la quota sul totale delle telecomunicazioni mobili. Niente di tremendamente negativo, perché crescono i servizi a maggior valore aggiunto, persiste una certa dinamica dei servizi su rete mobile e la buona tenuta del mercato dei sistemi e dei terminali, telefonini compresi.
Crescono le linee mobili, soprattutto per effetto di formule a scheda incorporate nelle promozioni di nuovi cellulari, e aumenta ulteriormente il numero degli utenti attivi che ha oramai raggiunto ormai i 44,9 milioni. Nei servizi telco, si registra il calo sensibile dei servizi tradizionali, determinano da vari fattori (calo numero delle linee e dei volumi di traffico, offerte flat a costi calanti), cala la trasmissione dati tradizionale a favore di quella Ip, si registra una ripresa dei Vas, sostenuta da call center, IpTv, e altro. Il tutto è favorito dall’espansione continua della banda larga; oggi, gli accessi sono 8,5 milioni, destinati ad aumentare ancora, visto il programma del governo che prevede di portare la banda larga su tutto il territorio nazionale. Il peso delle famiglie sul complesso della domanda, escludendo la componente infrastrutturale, è prevalente, ma con una dinamica leggermente ridotta rispetto al 2005.
Questi i risultati, che fanno intravedere anche nel nostro paese l’inizio di un ciclo positivo, la cui stabilità e intensità dipenderanno, per Capitani, da quattro sfide: produttività, in cui “l’Italia ha perso il ritmo rispetto agli altri paesi, innovando senza investire in tecnologia”; crescita, anche attraverso un riposizionamento sui mercati internazionali; innovazione, che va realizzata in una visione cooperativa di sistema, come avviene in Europa; convergenza, che va anch’essa elevata a sistema.
Secondo Ennio Lucarelli, lo sviluppo dell’It va perseguito attraverso il varo di un progetto strategico nazionale per l’informatica, finalizzato a sviluppare l’offerta di nuove tecnologie per l’innovazione industriale, l’efficienza delle attività dei servizi, la crescita delle Pmi, la modernizzazione della Pa.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
Pino Fondati