Rai: Riotta direttore del Tg 1

09/01/2009

Fumata bianca a viale Mazzini. Braccialarghe alla Direzione del Personale. Un solo voto contrario per entrambi
ROMA – Eccoli i nomi. Gianni Riotta direttore del Tg1 e Maurizio Braccialarghe alla Direzione del Personale: lo ha deciso il consiglio d’amministrazione della Rai su proposta del direttore generale Claudio Cappon.

NOMINE – La nomina di Riotta, che lascia la vicedirezione del Corriere della Sera (leggi la scheda), è passata con il solo voto contrario di Giovanna Bianchi Clerici, in quota Lega, mentre quella di Braccialarghe, l’attuale direttore generale della Sipra, ha incontrato il non gradimento di Angelo Maria Petroni, consigliere nominato dall’ex ministro dell’ Economia Siniscalco.

MIMUN IN ATTESA – Il direttore generale Cappon ha proposto contestualmente la ricollocazione dei direttori uscenti. Così Gianfranco Comanducci, che lascia «Risorse Umane», è stato nominato alla direzione Acquisti all’unanimità. Mentre per quanto riguarda Minum, Cappon ha spiegato di aver proposto al direttore uscente del Tg1 due direzioni editoriali (una delle quali è Rai Sport) ma che Mimun avrebbe chiesto un po’ di tempo per decidere. «Il consiglio ha approvato le mie proposte», ha commentato soddisfatto Cappon. Il prossimo step è la discussione in Vigilanza. Il presidente Petruccioli ha manifestato «la propria intenzione di recarsi, non appena sarà stato eletto», dal nuovo Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza per dichiarargli «la piena disponibilità a rispondere, anche nei tempi più brevi, a qualunque richiesta di audizione che la Commissione stessa decida».

CDA: AGITO IN AUTONOMIA – Soddisfatto il Cda che sottolinea «con soddisfazione di aver operato, anche in questa circostanza, in piena autonomia e sulla base delle proprie esclusive responsabilità, oltreché nella legittimità della sua attuale composizione». Il consiglio, si legge in una nota, «sente la necessità di farlo anche per rispondere ai numerosi fraintendimenti, alle illazioni prive di fondamento riservate da più parti al difficile lavoro in cui è impegnato; e per respingere altresì gli attacchi personali rivolti a singoli suoi componenti».

Fonte:
Corriere della Sera
13 settembre 2006