Quando il made in Italy non parla italiano
09/01/2009
Di Miaeconomia.it
Ha registrato una crescita negli ultimi dieci anni del 1.700% sui mercati mondiali, brucia l’8% del valore dell’intero commercio internazionale e ha creato un buco nel giro d’affari delle imprese italiane di 6 miliardi di euro.
È l’industria del falso, una rete produttiva di scala globale che rappresenta una delle principali cause della crisi competitiva dell’Italia.
Dalle borse griffate agli occhiali da vista, dai prodotti di lusso ai profumi, passando per i prodotti farmaceutici fino alle truffe alimentari, ogni anno la contraffazione manda in fumo un ammontare complessivo di miliardo e mezzo di euro in termini di evasione dell’Iva.
I dati emergono dall’ultima indagine della Confartigianato sullo stato di salute del made in Italy che, come ha reso noto anche l’Istat, ha vissuto periodi di incertezza negli ultimi anni e ha visto scendere la propria quota di mercato mondiale.
Un caso tra tutti, riporta la Confartigianato, quello della ceramica di Vietri sul Mare, “una delle nostre produzioni più famose nel mondo”.
Secondo le denunce dai maestri d’arte del Salernitano, i lavori di questa ceramica vengono copiati e venduti come autentici.
“Stesso stile, stessi disegni e un prezzo del prodotto finito che costa quanto gli artigiani pagano la materia prima nella cittadina della costiera amalfitana”.
Dati alla mano, negli ultimi due anni i bottegai hanno registrato un calo di vendite del 40%, soprattutto nei confronti degli americani, mettendo a rischio la stessa capacità produttiva dell’impresa.
Ma non è solo una questione di griffe.
“A colpire pesantemente l’artigianato e le piccole imprese italiane – spiega la confederazione artigiana – è anche il fenomeno dei prodotti che circolano con il marchio made in Italy e che invece sono completamente realizzati all’estero”.
Per questo l’associazione sollecita l’approvazione definitiva della proposta di legge per l’istituzione del marchio “Doc 100% Italia” che introduce marchi per la riconoscibilità e la tutela della qualità dei prodotti italiani.
La proposta di legge prevede in particolare la creazione del marchio per identificare i prodotti interamente realizzati in Italia, compresi i semilavorati grezzi; l’obbligatorietà dell’etichettatura di provenienza dei prodotti extra Ue; la carta d’identità dei prodotti finiti made in Italy; l’applicazione dei principi di legge a tutti i marchi collettivi e alle denominazioni ed etichettature previsti nelle legislazioni regionali per la tutela della qualità delle produzioni territoriali.
La lotta alla contraffazione passa però anche tra i cittadini.
“Ai consumatori italiani proponiamo un’alleanza anti-crisi”, ha spiegato il presidente della Confartigianato Giorgio Guerrini.
“Il nostro obiettivo consiste nel rifondare la cultura del made in Italy, inducendo il consumatore a scegliere con convinzione i nostri prodotti, a diffidare delle ‘imitazioni’ a basso prezzo.
Un consumatore più informato, responsabile e consapevole – ha aggiunto – è l’arma migliore per contrastare i fenomeni della concorrenza sleale dei Paesi emergenti, delle contraffazioni, delle importazioni illegali di merci a costi irrisori e a scarso valore aggiunto”.
Nasce così la compagna per la tutela del made in Italy “Non farti incantare.
Acquista made in Italy”: si tratta di una serie di manifesti e di opuscoli informativi in distribuzione sul territorio nazionale presso le Associazioni territoriali di Confartigianato e le imprese artigiane che hanno rapporti diretti con i consumatori.
Fonte:
Miaeconomia.it
13/7/2005