Problemi con i contratti in Brasile, crollano i titoli di Maire Tecnimont

13/05/2011

Un exploit al negativo come non se ne vedevano da tempo, almeno dai tempi della bolla dei titoli internet. Ha fatto scalpore nell'ultima seduta della settimana a Piazza Affari il meno 33% messo a segno da Maire Tecnimont. Non solo per l'entità del ribasso, ma anche perché la società milanese è considerata a livello mondiale una delle migliori nell'engeneering, specializzata in particolare nella realizzazione di impianti per il settore petrolifero e dell'energia, ma attiva anche come general contractor per grandi opere punbbliche.

Il clamoroso tonfo a Piazza Affari è avvenuto all'indomani della presentazione dei conti del primo trimestre. Numeri negativi al punto che molti investitori hanno preferito vendere, sulla base delle prospettive dell'intero anno. Soprattutto perché i dati annunciati dalla società sono stati nettamente inferiori rispetti alla media delle previsioni degli analisti.

Per fare qualche esempio: i margini sono scesi a 20 milioni, meno 31% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, meno 47% sul trimestre precedente e attorno al meno 60% sulle stime di consenso. Lo stesso per l'utile netto a 5 milioni, meno 62% sullo stesso periodo dell'anno precedente e inferiore ai 15 milioni stimati. Complessivamente il portafoglio ordini è di almeno 5 miliardi sotto le attese degli analisti.

Ma cosa è accaduto per provocare un simile "terremoto"? Sostanzialmente due eventi che hanno penalizzato la società. Il primo riguarda la scelta dei vertici di Maire Tecnimont

di rescindere il contratto per la realizzazione del terzo lotto della Salerno-Reggio Calabria per i ritardi delle procedure da parte dell'Anas.

L'altro evento riguarda la costruzione di due centrali a carbone sulla costa del Brasile, due contratti dal valore rispettivamente di 380 e 700 milioni di euro. Il rallentamento dei due progetti ha portato a un crollo dei margini della divisione "energy" che nel primo trimestre sono addirittura negativi.

La conseguenza è la fuga degli investitori, con il titolo che è tornato a quotare 1,85 euro: solo nel gennaio scorso le azioni avevano toccato il massimo dal 2008 a 3,6 euro.

Fonte:
La Repubblica
LUCA PAGNI