Prima risposta dei mercati: azioni Telecom in altalena, cede Pirelli

09/01/2009

Contrattazioni concitate sul titolo Telecom a Piazza Affari dopo il riassetto del gruppo varato dal consiglio di amministrazione.

Il titolo è in apertura ha segnato un progresso dell’1,7%, poi però ha rallentato il passo, virando repentinamente al ribasso (-0,2% a 2,25 euro), per recuperare, infine, ancora terreno con un +0,2 per cento e infine cedere (ore 13,30) lo 0,80% a 2,24 euro.

Dopo la volata della vigilia, pesanti le azioni della controllante Pirelli che, dopo aver aperto in flessione del 4%, hanno ampliato le perdite, ritracciando a -5,2% a 0,7595 euro. Nel Mibtel Telecom Italia Media in calo del 4 per cento.

(di Marigia Mangano) Sei mesi di tempo. Tanto basterà a Marco Tronchetti Provera per rivoluzionare per la terza volta nel giro di cinque anni il gruppo Telecom. E il primo passo in questa direzione sarà la divisione in tre: da una parte Tim Italia, dall’altra la rete fissa, entrambe controllate al 100% dalla new Telecom, destinata a diventare una media company a tutti gli effetti ma anche, si fa notare, una holding. Qui si ferma il riassetto “ufficiale”.

In realtà si tratta solo di un passaggio intermedio verso una rivoluzione di più ampia portata che sfocerà nella vendita di Tim («in presenza di offerte che saranno valutate» ha precisato Tronchetti Provera nel corso della conference call), nella cessione di Tim Brasil e, con ogni probabilità anche Brazil Telecom. Tutto questo, come spiegato dal vertice nel corso della conference call, per centrare due obiettivi precisi: «maggiore flessibilità operativa e anche finanziaria».

La nuova sfida al mercato è stata lanciata ieri con il titolo Telecom sospeso dalle contrattazioni e al termine di un consiglio di amministrazione durato quasi tre ore durante il quale, in un’atomosfera non priva di apprensioni, parte dei consiglieri ha chiesto maggiori chiarimenti sul processo di riorganizzazione in corso ma la decisione, alla fine, è stata presa all’unanimità. La riunione aveva all’ordine del giorno anche l’approvazione dei conti semestrali, chiusi con un utile netto a 1.496 milioni di euro (-15,7%), ma l’attesa era puntata sulla riorganizzazione del gruppo e sulla nuova parola d’ordine: «media company»; il progetto prevede infatti la «focalizzazione del gruppo sul business dei servizi broadband e media». E un passo in questa direzione è stato comunicato ieri con l’accordo
siglato con la News Corp di Rupert Murdoch che permetterà di accedere ai contenuti della library della 20th Century Fox con la Iptv di Telecom Italia, Alice home tv.

Dunque, tramonta la one model company, e Telecom — a un anno e mezzo dalla fusione di Tim — abbandona la strategia della convergenza e si riorganizza separando il business mobile e la rete d’accesso fissa. Il disegno che Marco Tronchetti Provera ha in testa prevede il recupero di «flessibilità» proprio attraverso la creazione di «una newco per il mobile e un’altra per il local loop, due società controllate al 100% da Telecom» da realizzare nel giro di sei mesi. Un progetto che oggi passerà l’esame del cda di Pirelli, chiamato a esaminare i conti.

Quanto all’ipotesi di utilizzare risorse per il riacquisto di parte del debito sul mercato, Tronchetti Provera si è limitato a precisare che il gruppo usa le proprie «finanze per rafforzare la posizione a livello internazionale e per la tecnologia». In questo orizzonte ha indicato la possibilità di rafforzarsi all’esterno nella banda larga. «Stiamo già lavorando in questo settore in Germania», ha detto.

Sull’ipotesi di cessione di Tim, invece, «non è stata presa nessuna decisione», ha sottolineato Gilberto Benetton uscendo dal cda, e Tronchetti, in conference call, ha sottolineato che «se ci fossero offerte le valuteremo». «Il cda — si legge però nella nota diffusa al termine del consiglio — si è riservato di esaminare le opportunità di valorizzazione delle attività di rete e del business di comunicazione mobile che si presenteranno, nonchè ogni ulteriore o diversa iniziativa, in funzione delle esigenze operative e di sviluppo sostenibile dell’impresa».

Ed è proprio su Tim che si concentra l’attenzione del mercato. Ieri Telefonica non ha commentato le indiscrezioni su un interesse verso l’operatore mobile di casa Telecom. Ma la lista dei pretendenti spazia dai player delle tlc fino al mondo del private equity. Resta da capire, invece, la modalità di vendita allo studio, su cui stanno lavorando i consulenti del gruppo, Mediobanca, Rothschild, Banca Leonardo e Lehman Brothers.

Le ipotesi che circolano negli ambienti finanziari spaziano da un’asta vera e propria a un lease back, ovvero la vendita del 51% della società mobile a un fondo di private equity con la possibilità di riacquisto. Tra le voci, anche la possibilità che la stessa formula venga utilizzata per la rete fissa. Il tutto, chiaramente, con un obiettivo preciso: rientrare e abbattere gran parte dei 41,3 miliardi di euro di debiti del gruppo.

Tutto da verificare, invece, il futuro assetto azionario di Olimpia che tra meno di un mese vedrà le banche azioniste esercitare l’opzione di uscita rivendendo il 9,5% della holding a Pirelli. Su questo Tronchetti Provera ha rassicurato il mercato sottolineando che Pirelli ha le risorse per il riacquisto delle quote. Il riassetto in corso, tuttavia, secondo alcune fonti, potrebbe rimettere in discussione la presenza dei Benetton, azionisti di Olimpia con il 20% circa.

Fonte:
Il Sole 24 Ore