«Prestito» per i consumi anche ai privati

09/01/2009

Via libera all’estensione ai dipendenti non pubblici
della cessione di un quinto dello stipendio
ROMA – Anche i dipendenti privati potranno accedere al credito con il meccanismo della cessione del quinto dello stipendio, storico istituto per prestiti a bassi tassi d’interesse di cui finora hanno potuto usufruire solo i dipendenti pubblici.

IL VIA LIBERA – La commissione bilancio del Senato ha infatti approvato l’emendamento alla Finanziaria di Ivo Tarolli (Udc) che prevede l’estensione del meccanismo anche ai dipendenti privati. In parole povere il lavoratore che vorrà usufruire di questo «prestito», dovrà farne richiesta al proprio datore di lavoro che anticiperà un quinto del suo stipendio, moltiplicato per 12 mesi e, nel caso, per il numero di anni utili per raggiungere la cifra necessaria – ad esempio – per l’acquisto dell’automobile o per
una piccola ristrutturazione della casa.

COSA CAMBIA – Finora la cessione del quinto dello stipendio, regolata da una norma del 1950, era limitata esclusivamente ai dipendenti pubblici e delle aziende di comunicazioni e trasporti, «circa 6 milioni di persone, che muovono più o meno 4 miliardi di euro», spiega Tarolli. Con l’emendamento «lo strumento si estende a tutti i dipendenti, pubblici e privati, circa 14 milioni di
persone. E’ logico aspettarsi un incremento del volume di circa 5
miliardi, con un effetto sul pil dello 0,2-0,3%». La cessione del
quinto dello stipendio- spiega infatti Tarolli – «è una forma
utilizzata per consumi di media entità, come la macchina o il rifacimento del bagno, ed è molto appetibile perché ha tassi di interesse molto più bassi di un prestito bancario».

Corriere della Sera