Pressione fiscale record, tocca il 52%
05/04/2013
Più di metà della ricchezza prodotta è finita nelle casse del fisco. Gli ultimi tre mesi del 2012 hanno visto il peso delle tasse balzare al 52%, un record assoluto. Complici le manovre per proteggere l’Italia e, soprattutto la vituperata Imu: i guadagni delle famiglie, già messi a dura prova dalla crisi, hanno subito un’aggressione anche sul fronte tributi.
A calcolare il dato questa volta non è un’associazione «di parte». Nessun calcolo “spannometrico”. I numeri sono ufficiali, certificati e diffusi dall’Istat. L’Istituto di statistica per la prima volta ha misurato il carico del fisco, o meglio il rapporto tra l’ammontare delle imposte (compresi i contributi sociali) e il Pil, anche sui trimestri e non solo sul totale dei 12 mesi. Così si è scoperto che gli ultimi tre mesi dell’anno – ma «pantalone» lo sapeva già – sono quelli dannatamente peggiori per le tasche dei contribuenti. I bilanci familiari devono vedersela oltre che con disoccupazione, cassa integrazione e stipendi bloccati anche con tutte le diverse imposte che sommate vanno a corrodere il già magro budget a disposizione. E da un anno all’altro la situazione è sensibilmente peggiorata: basti pensare che dall’ultimo trimestre del 2012 all’ultimo del 2011 l’aumento della pressione fiscale è stato di 1,5 punti percentuali. E cambia poco facendo il raffronto tra l’intero 2012 e il totale del 2011 (+1,4 punti).
Nel dettaglio, nel quarto trimestre la crescita più marcata è stata registrata per le imposte dirette (+7,6%), seguono le indirette (+4,3%), mentre i contributi sociali restano sostanzialmente fermi (-0,1%). Intanto, dal lato uscite, l’Istat segnala per gli ultimi tre mesi del 2012 un calo del 2,2% per la voce “redditi da lavoro dipendente”, che ancora risentono del blocco dei salari nel settore pubblico, nonché delle riduzione del personale. È questa la strada che ha portato la pressione fiscale a battere ogni record, raggiungendo ufficialmente il massimo dall’inizio delle serie storiche dell’Istat, datato 1999. Ma, anche guardando al valore per il 2012 (44%), viene perfino superata la soglia toccata nel lontano 1997, quando la spinta arrivò dall’Eurotassa.
Gridi di allarme ed esasperazione vengono lanciati sia dalle associazioni dei commercianti che dai sindacati. Per Confcommercio l’attuale carico fiscale, «tra i più alti d’Europa» è «inconciliabile» per la ripresa. Sulla stessa linea Confesercenti, secondo cui i dati dell’Istat sono «in rotta di collisione» con il rilancio economico. I sindacati però fanno notare come non tutti siano colpiti alla stessa misura. Di certo, spiega la Cgil, per i redditi da lavoro e da pensione la pressione fiscale è a un livello «insostenibile». E per il prossimo anno non c’è da stare tranquilli, visto che secondo la Uil la nuova tassa sui rifiuti (Tares) peserà più dell’Imu, con una stangata media di 305 euro.
Fonte:
La Stampa