Possibili restrizioni della Ue alla Cina
09/01/2009
Nove le categorie di prodotti tessili sotto esame. Potrebbe scattare una procedure per ridurre i quantitativi esportati in Europa
– Il commissario europeo Peter Mandelson non ha escluso il ricorso ad una procedura accelerata per imporre alla Cina restrizioni quantitative (o «misure di salvaguardia») alle sue esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento verso l’Europa. Sarà una task-force di esperti a condurre l’inchiesta.
13 PAESI FANNO PRESSIONE Su richiesta di 13 paesi, Italia e Francia chiederanno stasera al commissario Ue al commercio Peter Mandelson di «attivare le procedure di emergenza» previste dalle linee guida approvate da Bruxelles qualche giorno fa per contenere l’import del tessile cinese nell’Unione europea. La richiesta, «che sarà fatta di comune accordo tra i 13 stati membri», sarà presentata a Mandelson in un incontro a tre fra lo stesso commissario, Adolfo Urso, in rappresentanza del neo ministro alle attività produttive Claudio Scajola, e Francois Loos, ministro francese per il commercio estero. È quanto ha riferito Urso al termine dell’incontro di domenica pomeriggio presso l’ambasciata francese a Lussemburgo fra i ministri rappresentanti il gruppo dei 13.
NOVE CATEGORIE SOTTO ESAME – T-Shirt, pantaloni, ma anche camice, calze e calzini: sono queste alcune delle nove categorie di prodotti su cui Bruxelles intende avviare un’inchiesta per valutare la necessità di prendere misure dopo l’aumento delle importazioni dalla Cina seguite alla fine delle quote il primo gennaio scorso. La Commissione ha recepito la richiesta di Euratex per quanto riguarda sette prodotti su dodici inizialmente proposti. Si tratta di pullover (per i quali le importazioni cinesi hanno superato del 202% la soglia di allarme, pantaloni da uomo (275%), camicette (168%), calze e calzini (111%), cappotti da donna (103%), reggiseni (106%) e tessuto di lino (415%). A questi sette prodotti l’Esecutivo comunitario ha deciso di aggiungere altri due prodotti per i quali i dati mostrano un aumento delle importazioni cinesi allarmanti a partire dallo scorso 1 gennaio che sono t-shirt (157% oltre il livello d’allarme) e filo di lino (124%).
Corrirere della Sera
24 aprile 2005