Ponte sullo Stretto: lo costruirà Impregilo
09/01/2009
Il consorzio di cui fa parte si è aggiudicato l’appalto con un’offerta di 3,88 miliardi di euro: sarà la più costosa opera mai realizzata
ROMA – Il dado è tratto. La cordata guidata da Impregilo sarà il general contractor per la progettazione definitiva e la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Lo riferisce la società Stretto di Messina.
LA GARA – La gara internazionale per la scelta del general contractor, a cui affidare la progettazione definitiva e la realizzazione dell’opera, ha un valore di 4,4 miliardi di euro ed è la più grande gara mai avviata in Italia. Alla scadenza del termine fissato per il 25 maggio sono pervenute alla Societá Stretto di Messina due offerte per la gara di affidamento della progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina ed i suoi collegamenti.
I due raggruppamenti fanno capo rispettivamente ad Astaldi S.p.A. e Impregilo S.p.A. e sono composti dai principali operatori italiani unitamente ad una numerosa partecipazione estera. La cordata vincitrice è formata dalla capogruppo mandataria Impregilo Spa e dai mandanti Sacyr S.A., Societá Italiana Per Condotte D’Acqua Spa, Cooperativa Muratori Cementisti-C.M.C. di Ravenna, Ishikawajima-Harima Heavy Industries CO Ltd., A.C.I. S.c.p.a – Consorzio Stabile.
COSTI – Il costo dell’opera, ai valori del 2002 includendo ponte e raccordi è stimato in 4,6 miliardi. Il fabbisogno complessivo (tenuto conto dell’inflazione e degli oneri finanziari) è di 6 miliardi e non è previsto nessun contributo a fondo perduto a carico dello Stato. Il 40% del fabbisogno, pari a 2,5 miliardi, arriverà attraverso l’aumento di capitale della Stretto di Messina già deliberato e realizzato nel 2003 per la prima tranche di 300 milioni. Il 60% del fabbisogno si otterrà attraverso finanziamenti di tipo project finance contratti in più tranche sul mercato internazionale dei capitali. I finanziamenti saranno rimborsati con i flussi finanziari generati dalla gestione dell’opera.
Fonte:
Corriere della Sera
12 ottobre 2005