Poco rosee le prospettive in Brasile, giù Fiat
18/12/2013
Il governo italiano ha garantito il proprio impegno a sostegno del settore dell'auto. In un videomessaggio diffuso in occasione dell'assemblea dell'Anfia (Associazione nazionale Fiera industria automobilistica), il premier, Enrico Letta, ha affermato che "l'Italia non vuole abbandonare il suo tradizionale primato industriale, vogliamo portarlo avanti con un impegno maggiore per l'anno prossimo e per il futuro".
Riguardo alla possibilità di fare industria automotive in Italia oggi, "nonostante tutto, nonostante le tante difficoltà, la risposta è sì. Noi lavoriamo in questa direzione", è l'opinione di Letta secondo il quale nel Paese " c'è una grande tradizione dietro le spalle, ma noi non vogliamo guardare solo indietro. Ci sono molti settore di eccellenza da sviluppare". Ecco perché "voglio dare un messaggio di incoraggiamento", ha concluso, "che suona difficile in un momento in cui il nostro Paese fa fatica".
Ma non è solo l'Italia a attraversare un momento di difficoltà. Per quanto riguarda il settore automobilistico, per il Brasile si prospetta un 2014 difficile. Al momento poco propizio concorrono la fine delle agevolazioni fiscali, le nuove normative sulla sicurezza e un previsto indebolimento della domanda. Il ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, dopo un incontro con sindacati e rappresentanti del comparto, ha escluso qualsiasi rinvio o deroga nell'implementazione delle nuove normative sui sistemi di sicurezza attivi e passivi.
I produttori automobilistici brasiliani dovranno pertanto adeguarsi dall'anno prossimo alle nuove regole nazionali installando su tutte le automobili air bag e Abs, un equipaggiamento obbligatorio dei sistemi di sicurezza che potrebbe aumentare i prezzi degli autoveicoli del 4-8%. Dal canto loro i produttori hanno promesso di mantenere i livelli occupazionali nonostante la possibile flessione delle vendite, ha fatto presente Mantega, escludendo anche l'estensione delle agevolazioni fiscali introdotte nel 2012. Di rimando però il governo potrebbe prendere in considerazione una semplificazione delle regole per l'importazione di auto elettriche.
Le dichiarazioni di Mantega rappresentano una doccia fredda per il settore automobilistico brasiliano, capace di attirare ingenti investimenti da parte delle principali case globali interessate a beneficiare della crescita continua della domanda e dell'economia del Paese sudamericano che però è ora alle prese con dinamiche sempre meno esplosive. L'associazione brasiliana delle case automobilistiche, Anfavea, ha previsto per quest'anno una crescita delle vendite in Brasile del 2%, un target però difficile da raggiungere alla luce dei dati dei primi undici mesi dell'anno, chiusi con una flessione dello 0,8% a 3,41 milioni di veicoli.
Per il 2014 è prevista una domanda stabile o in leggero aumento anche grazie agli effetti positivi dei grandi investimenti varati per le grandi manifestazioni sportive del Campionato del Mondo di Calcio dell'anno prossimo e delle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016. Il Brasile sta inoltre continuando ad attrarre elevati investimenti per nuovi impianti anche di case automobilistiche del segmento premium come Jaguar, Land Rover, Audi, Bmw e Mercedes-Benz ma l'intensificazione della concorrenza con le prime avvisaglie di guerra dei prezzi, le nuove normative e una domanda comunque stagnante rispetto al passato stanno rendendo il mercato sempre meno emergente e sempre più maturo.
Il comparto brasiliano è diventato quindi difficile da affrontare anche per grandi colossi come Volkswagen e General Motors, alle prese ultimamente con performance altalenanti. La casa di Wolfsburg contende da anni la leadership di mercato alla Fiat, ma il Lingotto è sempre riuscito a mantenere le posizioni potendo contare su una presenza pluridecennale ormai consolidata e un'ampia rete di vendita. Anche Fiat, in ogni caso, negli ultimi mesi ha iniziato a mostrare segnali di difficoltà a causa dei cambiamenti del mercato brasiliano. A Piazza Affari le prospettive spaventano gli investitori e il titolo, in controtendenza, segna un -0,55% a 5,405 euro.
Fonte:
Milano Finanza