PMI: la crisi non frena l’ottimismo
09/01/2009
In base all’analisi congiunturale condotta da Unioncamere, le piccole e medie imprese italiane hanno chiuso il 2004 ancora in negativo; tuttavia l’orientamento all’innovazione e alla crescita occupazionale lascia aperti spiragli di ottimismo per il 2005
Il 2004 si chiude con segnali nel complesso poco incoraggianti per le piccole e medie imprese manifatturiere italiane: produzione e fatturato mostrano andamenti ancora negativi; frenano le esportazioni italiane, che nel semestre centrale avevano invece sostenuto cenni di ripresa economica. Ma l’orientamento all’innovazione e alla crescita occupazionale lascia intravedere la strada che alcune imprese hanno già iniziato a percorrere per superare le difficoltà attuali.
E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro studi di Unioncamere, relativa all’andamento nel IV trimestre dell’anno e alle previsioni per il I trimestre 2005 delle piccole e medie imprese industriali.
Per quanto riguarda la produzione e il fatturato nel IV trimestre 2004, è stato registrato un calo, che ha toccato in particolar maniera le imprese più piccole (1-9 dipendenti); a livello territoriale, sotto la media nazionale si collocano il Mezzogiorno (-2,0% la produzione e –1,9% il fatturato) e il Nord-Ovest (-1,7% e –1,2%), mentre Centro e Nord-Est hanno registrato flessioni più contenute. A livello settoriale, il tessile, abbigliamento, cuoio e calzature segna la flessione più sensibile. Da segnalare, comunque, la tenuta del portafoglio ordini: le imprese manifatturiere, infatti, dichiarano di aver assicurata la produzione mediamente per 3,2 mesi.
Battuta d’arresto nell’ultimo trimestre 2004 per l’export Made in Italy, anche se si registrato differenti andamenti territoriali, con il Nord-Est (+1,9%) ed il Centro (+1,4%) che continuano ad incrementare le quote di commercio estero. Prossimo alla media è l’andamento del Mezzogiorno, mentre il calo più evidente è stato registrato dalle industrie del Nord-Ovest (-1,9%). A livello settoriale, positivo è l’andamento delle industrie della carta stampa ed editoria (+3,6%) e di quelle alimentari e delle bevande (+3,5%) ; all’estremo opposto si collocano, invece, le industrie del trattamento minerali non metalliferi (-3,0%) e le altre industrie manifatturiere (-2,7%).
Malgrado ciò, le imprese manifatturiere proseguono il loro rafforzamento in termini di investimenti e di risorse umane. L’indagine di Unioncamere mostra infatti che il 43% delle imprese manifatturiere conta di effettuare investimenti innovativi nel corso dell’anno. Di queste, il 44% prevede che gli investimenti siano superiori rispetto allo scorso anno. A puntare di più sull’innovazione sono le imprese settentrionali, e, anche se prevale l’attenzione all’innovazione di processo rispetto a quella di prodotto, l’orientamento delle imprese va tuttavia verso l’introduzione di macchinari innovativi piuttosto che il solo ampliamento della capacità produttiva attuale, a conferma ulteriore dell’incertezza con la quale ancora si guarda all’evoluzione di mercato.
Buone notizie anche per quanto riguarda l’andamento dell’occupazione: per l’anno 2005 il 18,8% delle imprese manifatturiere prevede di incrementare l’occupazione nella propria azienda, e il 73% prevede di mantenere immutato l’organico.
Italplanet
23/2/2005