Più protezione per il prodotto italiano

09/01/2009

E’ partito il progetto di costituire una serie di Desk anticontraffazione in nove paesi extra-Ue. La loro missione sarà quella di accompagnare e sostenere le imprese italiane contro il grave problema della falsificazione dei prodotti.

Roma – Ha preso vita il progetto di costituire, presso le sedi ICE di nove Paesi extra-Ue una serie di uffici anti-contraffazione. La loro istituzione ha l’obiettivo di contrastare il grave fenomeno della falsificazione dei prodotti italiani che avviene ad opera dei mercati locali e che si configurano talvolta come vere e proprie “frodi all’importazione ” nei confronti del mercato estero interessato al “Made in Italy “.

I tempi tecnici necessari alla predisposizione organizzativa e fisica dei Desk avverrà entro qualche mese e verranno ospitati all’interno dei pre-esistenti uffici ICE estero di Cina (con uffici a Pechino, Shangai, Hong Kong, Canton), Russia, Taiwan, India, Corea del Sud, Turchia, Vietnam, Emirati Arabi Uniti, Brasile. In questi paesi è, infatti, più forte la minaccia che le produzioni italiane subiscono da un mercato che si è fatto sempre più aggressivo ed è spesso riuscito ad erodere la competitività italiana al punto da far uscire dal mercato alcune aziende italiane.

Gli uffici anticontraffazione avranno il compito di orientamento ed assistenza tecnica-legale alle imprese, nella registrazione di marchi e di brevetti, e nel contrasto alla contraffazione e alla concorrenza sleale; questi desk saranno diretti da un funzionario dell’Ice o da un funzionario pubblico italiano con formazione specifica e saranno impegnati per la promozione, e soprattutto per la tutela della proprietà industriale ed intellettuale. Per il progetto è previsto uno stanziamento annuo di 5 milioni di euro.

“I prodotti contraffatti arrecano alla nostra economia danni gravissimi. I prodotti delle nostre piccole e medie imprese perdono giorno dopo giorno quote di mercato in Italia e all’estero a causa di questo fenomeno – spiega il sottosegretario alle Attività Produttive e Alto Commissario per la lotta alla contraffazione Roberto Cota -. Il più delle volte la contraffazione di una merce avviene in Paesi esteri, dove è oggettivamente difficile difendere la nostra piccola-media imprenditoria: questi imprenditori non dispongono di una struttura per potersi tutelare e dunque come ministero dell’Attività produttive e come Governo abbiamo provveduto a crearla. Inoltre, in caso di cause collettive (cause pilota) contro chiari episodi di contraffazione, sarà lo Stato ad accollarsi i costi delle spese legali. Ecco i motivi principali per cui abbiamo pensato all’istituzione di Desk anticontraffazione all’estero”.

Il fenomeno della contraffazione dei prodotti ha raggiunto negli ultimi tempi una dimensione non più tollerabile economicamente da quelle aziende italiane che, come è noto, derivano il loro successo commerciale dall’alta qualità e dall’esistenza di un forte marchio riconosciuto a livello internazionale .

“In una prima fase – comunicano dall’Ufficio Stampa del sottosegretario Cota – la contraffazione riguardava in particolarmente le grandi firme della moda, ma adesso si è arrivati a una riproduzione generalizzata di un’ampia gamma di prodotti, quali ad esempio i dispositivi elettrici e i ricambi per le automobili. Inoltre, mentre le grandi imprese hanno l’opportunità di difendersi legalmente, le piccole aziende si trovano veramente spiazzate”.

La spiegazione di questo fenomeno di frode nei confronti di produzioni sempre più ampie sembra allora arrivare da quello che è il funzionamento economico alla base dell’imitazione.

Questa pratica imitativa consente un costo di produzione di molto inferiore alla realizzazione del bene “originale” in quanto nella produzione “imitativa” vi sono bassi costi in ricerca e sviluppo, ideazione e innovazione.

I settori che storicamente sono più colpiti dal fenomeno sono, infatti, la moda e la profumeria , ma recentemente sta emergendo come la falsificazione tenda a riguardare produzioni apparentemente distanti dal “fascino” del marchio famoso, come l’elettronica e l’informatica .

Bisogna però distinguere la situazione che vige nei paesi esteri in cui i prodotti italiani vengono imitati e prodotti, come avviene in gran parte dei mercati asiatici (Cina, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam) dalla situazione presente nei paesi tradizionalmente importatori del “Made in Italy” come la Russia.

A sostenere questa tesi è Massimo Mamberti, Direttore dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE) di Mosca “la Russia è in una situazione molto diversa dalle nazioni asiatiche perchè mentre la Cina – dichiara – ad esempio, è un grande paese produttore, la Russia è principalmente una realtà che importa il prodotto italiano. Così i danni, che sono sempre sia per il produttore che per l’acquirente, riguardano la qualità delle nostre importazioni “.

“I settori più coinvolti nella contraffazione che riguarda la Russia”- prosegue Mamberti – “sono quelli dell’elettronica e soprattutto degli audiovisivi. Di conseguenza il ruolo svolto dalla nostra attività di contrasto e quindi l’utilità dell’istituzione di questi Desk deriverà in primo luogò dall’attività di controllo presso le frontiere e le dogane.”

Fonte:
Notiziario Italic Business News – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 73 – Anno XIII, 14 aprile 2006