PITTORESCA – Il Giro d’Italia unisce sport, cultura, arte e gastronomia

27/05/2022

Principale circuito di ciclismo professionistico del Paese e secondo al mondo, la competizione lascia senza fiato atleti e dilettanti con i suoi magnifici itinerari da nord a sud

Ciclisti professionisti provenienti da tutto il mondo si sfideranno fino a domenica (29) al Giro d’Italia, il circuito su due ruote più grande e tradizionale del Paese e il secondo più importante al mondo – dietro al Tour de France. Ci sono 113 anni di storia e più di 3mila chilometri di percorso in ogni edizione, che si svolge sempre nel mese di maggio.

L’edizione 2022 ha 3.032 km di percorso, iniziata il 6 maggio, a Budapest, capitale dell’Ungheria – nonostante alcuni tratti della corsa comprendano paesi limitrofi all’Italia, la maggior parte della manifestazione si svolge in territorio italiano -, con arrivo in città di Verona, regione Veneto.

Oltre agli splendidi paesaggi divisi tra pianura e montagna percorsi in bicicletta dagli atleti, ogni tappa della gara, che cambia ogni anno, è un complesso che unisce sport, cultura, arte e gastronomia dal nord al sud del paese.

Scopri le curiosità di tre sezioni del Giro d’Italia di quest’anno. Le informazioni provengono dal sito Italia.it.

1- DIAMANTE – POTENZA

Murale nella città di Diamante /Comune Diamante

Il percorso numero 7, il 13 maggio, è iniziato a Diamante, in Calabria, e si è concluso a Potenza, in Basilicata. Un totale di 196 km di gare in uno scenario che unisce mare, collina e montagna bagnata dalle acque azzurre del Mar Tirreno.

La bellezza dei paesaggi del sud Italia non è nuova, né la sua ricchezza storica e culturale, frutto della presenza di vari popoli nella regione. Tuttavia, c’è sempre altro da scoprire.

Il paese di Diamante, in provincia di Cosenza, è un gioiello calabrese. Conosciuta come la “terra del peperoncino”, ogni settembre si tiene una sagra dedicata a questa prelibatezza. Ma la cittadina ha anche altri soprannomi: è anche la “città dei murales”. Ci sono più di 300 dipinti sparsi sulle sue pareti, rendendo Diamante la città con il maggior numero di arte popolare in Italia. Come se non bastasse, il paese è ancora il “paradiso dello snorkeling”, cioè delle immersioni in acque poco profonde.

Ci vuole ancora un respiro prima del punto finale. Una delle “regine” di questo tratto, senza dubbio, è Maratea, già in Basilicata. La “città delle 44 chiese” offre un itinerario ricco di arte sacra, con architetture, dipinti, statue e affreschi profani. Il suo Cristo Redentore, alto 21 metri, è sul colle di San Biagio, da dove si vede il Golfo di Policastro. D’obbligo anche la visita alla Grotta delle Meraviglie, la grotta più piccola d’Italia, con le sue bellissime stalattiti a forma di fili.

Potenza, capoluogo della Basilicata, è situata nella catena montuosa dell’Appennino, a nord delle Dolomiti Lucane. È una città divisa in due. La parte più antica della città è in cima alle colline, mentre ai suoi piedi si trovano i quartieri più moderni. Mangiare la pasta con i peperoni cruschi è la cosa migliore da fare alla fine di questo itinerario. I peperoni cruschi sono una specie di “peperone croccante”, prodotto tipico della gastronomia locale.

2- ISERNIA – BLOCKHAUS

Con altitudini elevate e terreno accidentato, il Parco Nazionale della Majella, in Abruzzo, è uno dei tratti più difficili del Giro d’Italia / Parco Nazionale della Majella

Il 15 maggio i ciclisti hanno attraversato altre due regioni italiane: Molise e Abruzzo. La tappa 9 è partita da Isernia, città molinese di 20.000 abitanti. La storia abbonda in questo luogo: Piazza del Mercato era un tempo il Foro Romano, mentre la Cattedrale di San Pietro Apostolo fu edificata in epoca medioevale sui resti di un tempio pagano del III secolo a.C.

Questo tratto del Giro d’Italia non è per amatori: il confine tra queste due regioni meridionali si trova nel cuore dell’Appennino, con un’altitudine che tocca i 4510 metri. Tuttavia, è possibile sfruttare le sue ricchezze naturali di fauna e flora.

Uno dei momenti salienti di questo tratto di gara, che si svolge nel Parco Nazionale della Majella, è il poco conosciuto Pantano della Zittola, una delle più grandi torbiere appenniniche, alimentata da circa 25 sorgenti naturali. In questo luogo vivono volpi, cinghiali e cavalli selvaggi.

Per arrivare al Monte Blockhaus bisogna salire fino al Passo Lanciano, da dove, d’inverno, si può sciare guardando il mare.

Per recuperare le energie il consiglio è quello di assaggiare i pepatelli, un dolce tipico abruzzese, servito solitamente a Natale. Il suo nome deriva da “pepe”, pepe, uno dei segreti dell’impasto, che contiene anche miele, mandorle e scorza d’arancia.

3- MARANO LAGUNARE – SANTUARIO DI CASTELMONTE

Vicino al confine con la Slovenia, Marano Lagunare in Friuli Venezia Giulia fonde case colorate con un incantevole paesaggio marino / e-borghi Glauco Vicario

Questo 27 maggio, i ciclisti affrontano 177 km di pedalata nella tappa numero 19 che si svolge nella città di Marano Lagunare, provincia di Udine, in Friuli Venezia Giulia, nel nord Italia.

Con poco più di 2.000 abitanti, Marano Lagunare è un gioiello italiano. Il borgo, che fu carcere militare durante la Serenissima e borgo di pescatori nell’Ottocento, è oggi un groviglio di case colorate, strade, piazze ed edifici che esibiscono bassorilievi, volti in pietra e stemmi.

Questo paradiso ospita anche la Riserva Naturale delle Foci dello Stella, un’area protetta di circa 1.377 ettari tra la terraferma e il mare Adriatico, raggiungibile in barca. Il luogo è perfetto per il birdwatching, in quanto oltre ad avere numerose specie di uccelli, ospita anche specie rare, come l’airone rosso, il cigno reale e l’albanella reale.

Sempre sulle sue bellezze naturali, in questa regione si trova il Parco Naturale delle Prealpi Giulie, già al confine tra Udine e la Slovenia. Un luogo ricco di valli verdi, cascate e ruscelli, oltre al Monte Canin al confine tra i due paesi, con i suoi 2.587 metri di altitudine.

Questa sezione del concorso si conclude presso il Santuario di Castelmonte, nel comune di Prepotto. Si tratta di una delle più antiche costruzioni mariane dell’Italia settentrionale, che però ebbe origine come avamposto militare romano.

Quando la fame colpisce, il consiglio è di provare il Boreto alla Maranese. Si tratta di un piatto tipico dell’isola di Grado, le cui origini sono i pescatori che abitavano la Lagoa di Grado, che lo preparavano con il pesce che quel giorno non si vendeva. Per questo il piatto tradizionale veniva preparato con pesce misto e persino molluschi. In origine la ricetta veniva realizzata nel “paveso”, una casseruola che non veniva mai lavata. Gli spicchi d’aglio venivano rosolati fino a bruciarli nell’olio di semi, prima che si aggiungessero in abbondanza il pesce, l’aceto e il pepe. Secondo le informazioni del Friuli-doc, per alcune considerazioni sanitarie, questa ricetta è stata adattata e non segue fedelmente il metodo di cottura tradizionale.

Immagine di copertina: Maratea/e-borghi

BRUNA GALVÃO è una giornalista specializzata in Italia