Piano anticrisi, bonus famiglie per i redditi fino a 22mila euro
28/11/2008
Un bonus famiglie in versione cash più robusto: da un minimo di 200 euro a un massimo di 1.000 euro. Che potrebbe arrivare direttamente a casa prima di Natale con un assegno postale. E di cui beneficerà una platea più vasta di quella ipotizzata nei giorni scorsi: tutti i nuclei, oltre che con figli, con lavoratori dipendenti e pensionati con un reddito fino a 22mila euro annui (e non più 20mila euro), per un costo complessivo di quasi 2,5 miliardi. La decisione di rendere ancora più incisivo il pacchetto famiglie viene alla fine di un vertice interministeriale di tre ore a Palazzo Chigi, con quasi tutti i ministri presenti, in primis Giulio Tremonti, ma al quale non ha partecipato Silvio Berlusconi, che ha spiegato di essersi trattenuto a Milano per alcuni impegni già fissati. Il premier poi in tarda serata, dopo essere rientrato a Palazzo Grazioli, ha incontrato Tremonti per mettere a punto gli ultimi dettagli del piano che sarà varato oggi dal Consiglio dei ministri con un decreto.
Tuttavia diverse misure, da quelle sul Fas a quelle su sanità e, forse, banche, potrebbero slittare o essere convogliate su altri provvedimenti. Niente da fare per la detassazione delle tredicesime sulla quale puntava il premier. La linea del rigore imposta da Tremonti ha avuto il sopravvento, anche se la scelta di potenziare il bonus estendendone la platea per toccare almeno la fascia bassa del ceto medio, o quanto meno dei lavoratori dipendenti e pensionati, suona come una sorta di compromesso. E anche come un tentativo di risposta alle critiche del Pd e della Cgil. «Avrei voluto intervenire sulle tredicesime – dice il premier in serata – ma con i fondi a disposizione l'incidenza era minima. Credo – aggiunge – che si procederà con il bonus per le famiglie. Non si può fare ciò che si vorrebbe non avendo disponibilità», conclude.
L'ultima versione del piano, nuovamente illustrato nel tardo pomeriggio a Regioni ed enti locali, include anche l'irrobustimento della dote per gli ammortizzatori, che lievita a quota 1,2 miliardi di euro con il ricorso a strumenti di sostegno anche per atipici e precari in forma una tantum. Previsti diversi interventi fiscali come lo "sconto" Irap del 10% ai fini Ires per le imprese, l'Iva per cassa (la cui operatività sarà vincolata all'ok della Ue), e il taglio di tre punti degli acconti di novembre di Irpef e Ires. Non sono comunque escluse novità dell'ultima ora.
Lo stesso Tremonti nel corso dell'incontro con Regioni ed enti locali, dopo avere definito il vertice a palazzo Chigi «costruttivo», afferma che il testo del decreto «è aperto» e l'entità delle risorse è ancora «da precisare». Anche se appare quasi certo che si vada oltre la quota dei 4 miliardi fissata nei giorni scorsi: le ultime stime ufficiose parlano di 5-6miliardi. In ogni caso Tremonti ribadisce che «saranno rispettati i vincoli Ue, le competenze delle Regioni e la destinazione territoriale delle risorse».
Tornando alle famiglie, il bonus potrebbe arrivare direttamente nelle buche delle lettere sotto forma di assegno postale: l'importo varierà a seconda del reddito e a beneficiarne maggiormente saranno i nuclei più numerosi. Ad esempio, un pensionato solo con un reddito annuo massimo di 15mila euro riceverà 200 euro. Una famiglia con 5 o più persone con un reddito inferiore ai 22mila euro intascherà invece 1.000 euro. Al momento il bonus sembrerebbe destinato ai soli titolari di reddito da pensione o da lavoro dipendente: autonomi e "partite Iva" sarebbero quindi esclusi. Complessivamente l'intervento costerebbe circa 2,3 miliardi.
Per quel che riguarda gli ammortizzatori, lo stanziamento aggiuntivo sarebbe di ulteriori 600milioni che si andranno ad aggiungere ai 600milioni già previsti dalla Finanziaria 2009. Il dispositivo messo a punto al ministero del Welfare prevede l'introduzione di strumenti di sostegno una tantum (in deroga) anche per lavoratori delle piccole e medie imprese, atipici e «co.co.pro.». Resta da sciogliere il nodo della proroga della detassazione degli straordinari, che potrebbe essere integrale o in forma minima per "premiare" maggiormente la contrattazione di secondo livello.
Fonte:Il Sole 24 Ore