Petrolio: taglio record dell’Opec, ma il prezzo del barile crolla

18/12/2008

L'Opec, il cartello dei produttori di petrolio, ha deciso un taglio record sull'offerta di oro nero: 2,2 milioni di barili al giorno in meno. La riduzione arriva pochi mesi dopo il taglio di settembre (520mila barili) e quello di ottobre da 1,5 milioni di barili. Con il taglio odierno, dunque, l'Opec ha ridotto la produzione di 4,2 milioni di barili dallo scorso settembre. La decisione è stata presa con un vertice straordinario a Orano, in Algeria, e in precedenza vari esponenti dell'Opec avevano anticipato l'orientamento a varare un taglio di questa portata. Quella odierna è la stretta più consistente all'offerta almeno dal 2003.

Crolla il barile: effetto confusione. Il prezzo del petrolio, nonostante il taglio miri a interromperne il calo, crolla ulteriormente. Pesa la confusione generata attorno all'entità della riduzione della produzione: si è parlato di 4,2 milioni in un primo momento, ma in realtà, come spiegato sopra, sono 2,2 milioni considerando il taglio già effettuato a ottobre. Il calo si spiega anche con ragioni di ordine tecnico legate agli appuntamenti di fine anno. Il Wti con consegna a gennaio intorno alle 18.00 scambia a 40,77 dollari al barile in calo del 6,49% dopo aver toccato un minimo a 402 dollari sui minimi da 4 anni. Il Brent con consegna a febbraio perde l'1,63% a 45,89 dollari.

Obiettivo: fermare il crollo del barile. La decisione dell'Opec, nonostante l'effetto immediato sul mercato dica il contrario, è frenare la discesa dei prezzi del greggio. Va detto che permangono dei dubbi sulla capacità dell'organizzazione di contrastare un fenomeno fondamentalmente legato al crollo della domanda e alla recessione in atto nei Paesi avanzati. L'ultimo bollettino dell'organizzazione parla di un incremento della flessione della domanda di greggio per il 2009 che dovrebbe raggiungere quota 85,7 milioni (-0,2%), rispetto a una domanda del 2008 in flessione dello 0,1% (85,8 milioni di barili).

 

Fonte:
Il Sole 24 Ore