Parmalat fa shopping in Brasile per 570 milioni
12/12/2014
MILANO – Nel giorno in cui è attesa la sentenza sulle acque minerali Ciappazzi, filone dell'inchiesta sul crac Parmalat legato alla gestione Tanzi, con il giudizio definitivo sul ruolo di Matteo Arpe e Cesare Geronzi, la società del latte ha annunciato una puntata di shopping in Brasile.
Parmalat ha firmato il contratto per l'acquisto della divisione dairy (cioè, latte) di Brf, una delle principali società alimentari brasiliane quotata in borsa. L'accordo segue il memorandum of understanding siglato lo scorso 3 settembre e prevede un prezzo di 700 milioni di dollari (570 milioni di euro) soggetto a una serie di aggiustamenti sulla base dell'entità dei debiti e del capitale circolante alla data del closing previsto entro i prossimi sei mesi. Parmalat finanzierà l'acquisizione interamente con mezzi propri.
L'operazione verrà realizzata attraverso l'acquisto, da parte della controllata Lactalis do Brasil, dell'intero capitale sociale della newco nella quale Brf conferirà tutti gli asset relativi al dairy business, compresi 11 stabilimenti nel territorio brasiliano, e taluni marchi, tra cui Batavo, Elegè, Cotoches, Santa Rosa e Dobon. Il fatturato proforma della divisione latte di brf nel 2013 è stato pari a circa 2,6 miliardi di reais (pari a circa 825 milioni di euro).
L'acquisto di Brf da parte di Parmalat si inquadra nella strategia di espansione nel mercato brasiliano, nel quale il gruppo ha acquisito nel luglio 2013 la società Balkis Industria e Comercio de Laticinios, attiva nel settore dei formaggi tipici di alta gamma nell'area di San Paolo e, di recente, ottenuto l'assegnazione di talune unità produttive facenti capo alla società Lacteos Brasil in amministrazione giudiziaria, con il conseguente ritorno all'utilizzo in via diretta del marchio "Pparmalat" già in licenza a lbr.
L'operazione Brf è soggetta a talune condizioni, tra cui l'approvazione dell'autorità antitrust brasiliana (Cade). Al closing verranno sottoscritti anche taluni contratti ancillari finalizzati a regolare la transizione delle attività.
Fonte:
la Repubblica