Papa Ratzinger ai politici cattolici: «non votate leggi contro natura»

09/01/2009

«Valori non negoziabili», fondati «nella natura umana», sui quali i politici «e i legislatori cattolici» si devono basare per prendere le loro decisioni.

Infatti, «il culto gradito a Dio non è mai un atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede».

È quanto scrive Benedetto XVI, nell’esortazione apostolica postsinodale “Sacramentum caritatis”, diffusa oggi. Il concetto di «coerenza eucaristica» vale per tutti, ma «si impone con particolare urgenza nei confronti di coloro che, per la posizione sociale o politica occupata, devono prendere decisioni a proposito di valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme».

Si tratta di «valori» che «non sono negoziabili», ribadisce il Santo Padre: «i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana». Anche i vescovi, prosegue il Papa, «sono tenuti a richiamare costantemente tali valori», perché «ciò fa parte della responsabilità nei confronti del gregge loro affidato». Il Papa lancia inoltre «un appello a tutti i fedeli ad essere operatori di pace e di giustizia», denunciando «le circostanze che sono in contrasto con la dignità dell’uomo», come le «disuguaglianze» e lo «scandalo della fame e della sottoalimentazione di cui soffrono tanti milioni di persone, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo».

«Non è compito proprio della Chiesa quello di prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile; tuttavia – sottolinea Benedetto XVI nella sua esortazione apostolica – essa non può e non deve neanche restare ai margini della lotta per la giustizia». «Non possiamo rimanere inattivi di fronte a certi processi di globalizzazione che non di rado fanno crescere a dismisura lo scarto tra ricchi e poveri a livello mondiale». Il cristiano laico, in particolare, «è chiamato ad assumere direttamente la propria responsabilità politica e sociale», con «realismo ed equilibrio» per «evitare fuorvianti compromessi o vacue utopie», come insegna la dottrina sociale della chiesa, «prezioso patrimonio» da promuovere in tutte le diocesi e comunità cristiane.

Fonte:
Il Sole 24 Ore