Ouro Preto, quando il Brasile non è solo mare
12/02/2015
La città mineraria del Minas Gerais è considerata la capitale architettonica del paese
Sole, mare, samba, calcio e belle ragazze. Il Brasile è descritto spesso con stereotipi che nascondono l’essenza, la bellezza e la vastità della sua cultura, che tuttavia possono essere recuperate viaggiando verso luoghi meno conosciuti rispetto alla meravigliosa Rio de Janeiro, ma dal valore immenso. Come Ouro Preto, ad esempio, una delle capitali architettoniche e culturali del Brasile, primo sito del paese sudamericano a entrare, nel 1980, nel patrimonio dell’Unesco. Situata a quasi 100 km da Belo Horizonte, sulle montagne della Serra do Espinhaço, nello stato del Minas Gerais, Ouro Preto è considerata una città di montagna, avendo un’altezza media di oltre 1.100 metri e il suo picco più alto, il Pico de Itacolomi, a ben 1.722 metri.
Il suo nome, letteralmente, significa “oro nero”: il petrolio, però, c’entra poco. In realtà Ouro Preto fu fondata nel XVII secolo, diventando rapidamente una delle città minerarie più importanti del paese e un punto di riferimento nella corsa all’oro del ‘700 brasiliano. L’architettura coloniale che iniziò a svilupparsi in quel periodo fa oggi di Ouro Preto una delle città più belle di tutto il Brasile: le gemme della città sono le opere dell’architetto e scultore brasiliano Aleijadinho, esponente di spicco del barocco e del rococò brasiliano.
Le facciate delle chiese realizzate da lui, come la Nossa Senhora do Carmo, sono entrate nella storia dell’arte del paese sudamericano per la fantasia con la quale ha superato i rigidi schemi geometrici e la rigida disposizione ortogonale dell’arte di tradizione portoghese, di cui il Brasile era permeato nei suoi primi anni di storia. A Ouro Preto, infine, è possibile visitare anche alcune delle numerose “republicas”, le case degli studenti della grande Universidad Federal, che, uniche nel paese, hanno usanze simili a quelle delle confraternite anglosassoni.
Fonte:
ticinonline