Ocse: vanno ridotti i sussidi agricoli

09/01/2009

AIUTI•Un rapporto indica in 226 miliardi la cifra che i Paesi ricchi destinano ogni anno a sostegno del settore super protetto

« Sono barriere distorsive della concorrenza » Il dato sostiene il Governo britannico, deciso a riformare la Pac europea

MILANO • I Paesi Ocse, il club dei 30 Paesi più ricchi del pianeta, aiutano i loro agricoltori con sussidi pari a 226 miliardi di euro all’anno, una cifra equivalente al 30% del totale dei ricavi dei contadini registrato nel 2004, la stessa percentuale indicata nel 2003.
Includendo il sostegno generale dello Stato al settore agricolo, operazioni di marketing, di promozione all’estero e la costruzione di specifiche infrastrutture, il sostegno complessivo al settore equivale a una spesa pari all’ 1,2% del Pil 2004 dei Paesi Ocse.

I sorprendenti dati, un sostegno indiretto alle recenti tesi esposte dal premier britannico Tony Blair, contrario a un bilancio europeo troppo orientato a sostegno di un’agricoltura sussidiata, sono contenuti in due rapporti dell’Ocse, usciti ieri a Ginevra, intitolati rispettivamente ” Outlook sull’Agricoltura, 2005 2014″ il primo, in collaborazione con la Fao ( l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione), e ” Politiche agricole nell’Ocse” il secondo.

I due studi sono entrambi destinati a incrementare le già forti polemiche sull’opportunità di preservare nei Paesi ricchi agricolture molto protette. « Non tutti i Paesi, però, dice Wilfrid Legg, capo della divisione Agricoltura all’Ocse, sostengono la stessa politica: l’Australia e Nuova Zelanda, danno aiuti pari al 5% dei ricavi agricoli dei loro contadini, il Canada arriva al 20% come il Messico, mentre gli Stati Uniti si attestano a un modesto 18 per cento. L’Unione europea, invece, arriva al 33%, con un’aliquota ben superiore alla media Ocse pari al 30% dei ricavi. Giappone e Corea del Sud giungono a sostenere le rispettive agricolture fino al 60% dei redditi mentre la Svizzera, la Norvegia e l’Islanda si attestano addirittura al 70 per cento » .
« Sebbene il sostegno all’agricoltura sia comunque sceso dal 2,3% all’ 1,2% del Pil tra il 1986 88 e il 2002 2004 — dice il rapporto — le politiche agricole dei Paesi Ocse continuano a essere caratterizzate da livelli troppo elevati di sostegno » .

« Gli aiuti pubblici incoraggiano la produzione, creano distorsioni nel mercato, e contribuiscono a ridurre i prezzi dei prodotti agricoli » , sostiene lo studio Ocse.
I ministri del Commercio di 148 nazioni stanno cercando in questi giorni di disegnare la bozza dell’accordo per ridurre il totale degli aiuti agricoli, giusto in tempo per l’inizio dei lavori del summit della Wto, l’Organizzazione del commercio mondiale, previsto in dicembre a Hong Kong. Il dato Ocse sugli aiuti, reso noto ieri, diventerà il punto di riferimento per i negoziatori intenzionati a correggere le distorsioni provocate dagli aiuti agricoli nel commercio mondiale tra i Paesi poveri e quelli ricchi.

Non è un mistero che le nazioni in via di sviluppo, come Brasile e Filippine, chiedono l’eliminazione degli aiuti pubblici ma gli agricoltori dei Paesi ricchi resistono soprattutto perché sanno di dover affrontare un aumento della competizione globale nei prossimi anni. L’Ocse, a questo riguardo, è molto chiaro. I prezzi reali della maggioranza dei prodotti agricoli registreranno un « nuovo crollo » nel decennio.
« Coniugata alla forte progressione dei guadagni di produttività a livello mondiale, questa evoluzione causerà nella maggioranza dei prodotti agricoli una caduta dei prezzi » .
Secondo il rapporto, tra il 2005 ed il 2014, la produzione agricola mondiale aumenterà più lentamente rispetto al precedente periodo.

Tuttavia il consumo mondiale dovrebbe aumentare: « La crescita degli scambi di prodotti agricoli resterà però inferiore a quella degli scambi di altri prodotti a causa, soprattutto, di significative barriere commerciali » .

Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO
data: 2005-06-22 – pag: 6
autore: VITTORIO DA ROLD