Ocse, l’inflazione scenderà in Eurolandia
09/01/2009
ROMA- «La disoccupazione resterà ostinatamente alta, mentre l’inflazione dovrebbe scendere al di sotto dell’1,5% nel 2005». È quanto prevede l’Ocse nel suo rapporto su Eurolandia. Le stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sono per un tasso d’inflazione all’1,7% nel 2004, in calo all’1,4% l’anno prossimo. Per la disoccupazione, l’organizzazione basata a Parigi si aspetta un tasso dell’8,8% nel 2004, in lieve calo all’8,5% nel 2005.
RIPRESA IN CORSO – La ripresa in Eurolandia è in corso, ma «colpisce che la crescita economica sia andata accelerando in modo molto più esitante in Europa che nel resto dei paesi Ocse». A scriverlo sono gli economisti dell’Ocse, che notano come, pur in questa fase di ripresa economica, «la domanda interna sia rimasta particolarmente debole, a causa soprattutto della bassa fiducia dei consumatori, e abbia cominciato a riprendersi di recente».
Nel rapporto di circa 90 pagine, l’Ocse prevede una «leggera ripresa nel 2004, che dovrebbe prendere vigore nel 2005 con una crescita del 2,5% circa», e fa notare che «nonostante siano gli Stati Uniti l’epicentro di molti shock che hanno innescato la recessione a partire dal 2001, il rallentamento è stato più forte nell’euro area». Eurolandia deve quindi aumentare la propria «resistenza» di fronte agli shock esterni, aumentando la produttività e l’utilizzo del lavoro, e con esso i consumi, e riportare la crescita economica vicina al potenziale.
Le prospettive di ripresa di Eurolandia, in ogni caso, sono soggette ad alcuni rischi. «Le proiezioni – scrive l’Ocse nel rapporto – assumono che i prezzi petroliferi vengano mantenuti intorno a questo livello (fra i 27 e i 32 dollari al barile) fino alla fine del 2005. Ma da metà maggio c’è stato un rialzo a 38 dollari e non si può escludere una salita ulteriore.
La simulazione di un rialzo del 20% nella media annua suggerisce che ciò potrebbe ridurre di un quarto la crescita nel primo anno, e di un ottavo nel secondo». Fra i rischi anche la bassa propensione ai consumi, che se dovesse durare troppo inciderebbe negativamente sulla crescita per 3/4 di punto percentuale. Fra i «rischi in positivo», l’Ocse enumera invece un ipotetico taglio dei tassi d’interesse di un punto percentuale da parte della Banca centrale europea, che a tassi di cambio costanti aumenterebbe la crescita di mezzo punto percentuale sia nel primo che nel secondo anno.
Corriere della Sera
27/7/2004