Nintendo non vende più in Brasile a causa delle tasse
12/01/2015
La compagnia nipponica ha spiegato che non le è più conveniente vendere in Brasile per via dell'elevata tassazione sulle importazioni e sulle esportazioni di merci. Il Brasile impone dei dazi piuttosto importanti al fine di difendere la produzione locale e per incoraggiare le società straniere a fondare filiali sul territorio nazionale e assumere così manodopera brasiliana.
Nintendo avrebbe potuto creare una sede in Brasile e non pagare le tasse per i prodotti provenienti dall'estero, ma anche questo tipo di operazione ha dei costi elevati, rendendo comunque anti-economica la presenza di Wii, Wii U e 3DS in Brasile.
Il Brasile è un mercato in crescita per i videogiochi, ma la maggior parte delle persone preferisce il PC e i titoli free-to-play, per via dei prezzi più contenuti.
"Il Brasile è un mercato importante per Nintendo e vi sono tantissimi fans", ha detto Bill van Zyll, general manager di Nintendo of America Latina. "Purtroppo, però, le sfide del contesto economico locale hanno reso il nostro modello distributivo insostenibile nel paese".
Juegos de Video Latinoamérica, che è il partner locale di Nintendo, ha distribuito fino a oggi giochi e console Wii U, ma terminerà le attività a partire da questo mese. Nintendo non ha mai fornito dettagli sugli introiti dovuti alla sua presenza nel territorio brasiliano, visto che fornisce queste informazioni solo in riferimento ad Europa, Giappone e Americhe, intese in maniera generica. All'interno delle Americhe, le nazioni che portano più soldi sono Stati Uniti, Canada e Messico, con il Brasile a seguire. Quest'ultima nazione vanta un PIL pari a quello di tutte le altre nazioni sudamericane considerate insieme.
La società giapponese, d'altronde, non esclude che possa tornare un giorno in Brasile. "Insieme a Juegos de Video Latinoamérica controlleremo l'evoluzione del contesto economico e valuteremo il modo migliore per servire i nostri fans brasiliani", ha aggiunto van Zyll.
Le consistenti tasse rendono quello videoludico un hobby molto costoso in Brasile. PS4, ad esempio, costava al lancio l'equivalente di oltre 1500 euro. In quel caso, Sony disse esplicitamente che ciò era dovuto alla tassazione imposta dal governo, che andava a prendere oltre il 60% sui ricavi per ciascuna console venduta.
Per questi motivi, molti giocatori brasiliani hanno adottato il PC. Più di un terzo di loro, ovvero 17 su 51,5 milioni, spende regolarmente tempo e denaro sui titoli free-to-play per PC. League of Legends e Team Fortress 2 sono i due giochi più popolari, che hanno portato a spese per 420 milioni di dollari nell'arco di 12 mesi.
Fonte:
GAMEMAG