Napolitano a Marini: incarico di Governo per legge elettorale
09/01/2009
Al termine di una pausa di riflessione durata 24 ore il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha dato al presidente del Senato Franco Marini l’incarico di verificare le possibilità di consenso su un preciso progetto di riforma della legge elettorale. Un tentativo indispensabile, secondo il Capo dello Stato, nel rispetto di tutti, perché «sciogliere anticipatamente le Camere é la decisione più grave e più impegnativa» che secondo la Costituzione può prendere il Capo dello Stato, soprattutto se assunta a meno di due anni dall’ultimo voto. La crisi di governo, ha sottolineato Napolitano, è intervenuta dopo che in Parlamento si erano aperti spiragli di dialogo per una nuova legge elettorale e alcune importanti» modifiche costituzionali. Durante le consultazioni, ha spiegato il Capo dello Stato, «ho prospettato a tutti i partiti l’esigenza di una soluzione che dia almeno avvio in tempi brevi alle riforme necessarie». Il presidente Marini ha accettato l’incarico sottolineando che «si tratta di un impegno non semplice, ma gravoso e nelle attese dei cittadini c’è una attenzione forte alla modifica della legge elettorale». Le consultazioni inizieranno domani pomeriggio. È il nono incarico affidato a un presidente del Senato per risolvere una crisi di Governo. Solo due volte, tutte e due con Fanfani, il presidente del Senato incaricato ha poi realmente formato un governo.
Il Capo dello Stato nei giorni scorsi ha ascoltato, annotato e poi ha preso una pausa di riflessione per giungere a una sintesi, motivando la sua decisione, come già aveva fatto un anno fa, in occasione della crisi creata dal voto negativo sulla politica estera al Senato, risolta con il rinvio alle Camere del Governo. Nei 4 giorni di consultazione il Capo dello Stato ha incontrato 19 delegazioni politiche, che evidenziano, come ha sottolineato il presidente, «quanto sia complicata e difficile la situazione per effetto di una forte frammentazione politica».
Napolitano ha sempre sostenuto la necessità di una riforma elettorale prima di andare alle urne. Sulla sua linea si sono schierate nove sigle delle maggiori associazioni imprenditoriali dell’industria, dell’agricoltura e dei servizi – Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Lega delle Cooperative e Confcooperative – che hanno diffuso insieme «un manifesto per la Governabilità» nel quale chiedono un Governo che in poche settimane riformi la legge elettorale. «Certamente nella situazione in cui ci troviamo è giusto dare la parola ai cittadini», ma «una riforma della legge elettorale é un passaggio obbligato nell’interesse del Paese e nell’interesse di chi sarà chiamato a governarlo». Ma l’impresa di Marini si prospetta ardua e la situazione si è fatta ancor più complessa, quando ieri Pier Ferdinando Casini, dopo aver invocato un Governo di pacificazione, sotto il pressing degli alleati, ha virato, tornando in linea con Forza Italia, An e Lega e chiedendo di andare subito a elezioni anticipate , perché non servono «governicchi o pasticci». Dopo l’incarico a Marini Casini ha detto che c’è «il dovere di sentire quello che ci dirà il presidente incaricato, ma gli spazi restano molto stretti».
Fonte:
Il Sole 24 Ore