Napoli, arrestati 2 assessori Pd. Indagati anche due onorevoli

18/12/2008

NAPOLI – Una vicenda giudiziaria travolge la giunta di Napoli. E' in carcere l'imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell'indagine sulla delibera "Global service" approvata dal Comune. Altre 12 persone sono invece agli arresti domiciliari: tra questi, due assessori della giunta comunale di Napoli, due ex loro colleghi e un ex provveditore alle opere pubbliche, attualmente al ministero delle Infrastrutture. Indagati anche gli onorevoli Renzo Lusetti (Pd) e Italo Bocchino (An). La richiesta di utilizzo delle conversazioni telefoniche dei due parlamentari con l'imprenditore Alfredo Romeo equivarrebbe, infatti, a un'informazione di garanzia. Intercettato anche l'ex ministro democristiano Paolo Cirino Pomicino.

Le accuse. Tutte le persone raggiunte dalle misure cautelari sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa degli appalti, abuso d'ufficio e corruzione. I magistrati: "La prospettiva ultima è quella del saccheggio sistematico delle risorse pubbliche". E lamentano una "fuga di notizie per screditare l'imponente attività investigativa". L'operazione è stata condotta dalla Dia e dai carabinieri di Caserta, che hanno eseguito le ordinanze cautelari firmate dal Gip di Napoli, che ha accolto le richieste della Direzione distrettuale antimafia napoletana, guidata dal procuratore Franco Roberti.

Il "Global service". Nel provvedimento "Global service" era compreso l'affidamento di appalti relativo a manutenzione delle strade e del patrimonio pubblico, nonché la gestione di mense scolastiche. Un affare da 400 milioni di euro, in realtà mai partito. Con il provvedimento, il comune di Napoli intendeva affidare a un unico gestore, come in altre città, l'appalto per una serie di lavori pubblici e manutenzioni di competenza del Comune. La delibera fu varata ma il relativo appalto non partì mai, causa mancanza di copertura finanziaria.

I nomi. Tra i destinatari delle misure cautelari, figurano l'ex assessore alle Scuole, Giuseppe Gambale, l'ex assessore al Bilancio Enrico Cardillo, nonché un ufficiale della Guardia di finanza in forza alla Dia, che avrebbe informato l'entourage di Romeo delle indagini in corso. Nell'inchiesta, destinatari a loro volta di misure cautelari anche l'assessore Laudadio e l'ex provveditore alle Opere pubbliche per Campania e Molise, Mauro Mautone. Nell'ordinanza, infine, anche Paola Grittani, collaboratrice di Romeo, e altri nomi vicini all'imprenditore. Coinvolto anche Giorgio Nugnes, l'assessore che si è suicidato a fine novembre, e il colonnello della guardia di finanza Vincenzo Mazzucco. L'ufficiale sarebbe stato in servizio fino ad un anno fa alla Dia di Napoli.

Sequestrate le società. La procura ha disposto il sequestro di tutte le società, del valore di "svariate centinaia di milioni di euro", "direttamente e indirettamente riconducibili a Alfredo Romeo". Sequestrati anche l'albergo da poco inaugurato a Napoli (anch'esso al centro dell'indagine) e i conti correnti riconducibili a Romeo e al suo nucleo familiare.

"Fuga di notizie strumentalmente utilizzate". Secondo la Procura di Napoli, quella che ha preceduto l'emissione delle ordinanze di custodia cautelare è stata una "perniciosa fuga di notizie strumentalmente utilizzate per screditare l'imponente attività investigativa". Alcuni degli indagati, secondo i magistrati, in particolare Romeo e l'ex assessore Gambale, da un certo momento in poi e in particolare dallo scorso gennaio "sono venuti a conoscenza dell'indagine per effetto di illecite rivelazioni di atti investigativi e a partire da allora, temendo interventi coercitivi da parte dell'autorità giudiziaria, hanno cominciato a realizzare una serie di condotte finalizzate ad inquinare le prove e soprattutto ad attenuare il quadro cautelare a loro carico".

Il ruolo del colonnello della Gdf. Funzionale a questo disegno criminoso, secondo la Procura, sarebbe stato il colonnello della Gdf Mazzucco, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, che era in servizio alla Dia di Napoli. E' stata proprio la Dia, braccio operativo della procura di Napoli nell'indagine Global Service, a svelare nome e ruolo della presunta talpa. L'ufficiale avrebbe "tentato di incidere maldestramente sull'azione degli organi inquirenti attraverso clamorose condotte di vero e proprio depistaggio". A lui si sarebbero rivolti Romeo e Gambale quando, nel gennaio scorso, "sono venuti a conoscenza dell'indagine per effetto di illecite rivelazioni di organi investigativi".

Il ruolo di Pomicino. Nella vicenda spunta anche il nome dell'ex ministro Dc Paolo Cirino Pomicino. Il suo ruolo viene richiamato dai magistrati come "interlocutore di eccezione" di Romeo, il quale si sarebbe attivato "nemmeno velatamente" per indirizzare "minacce all'autorità giudiziaria inquirente, di disvelare benefici e favori che nel corso degli anni avrebbe, a suo dire, accordato ad appartenenti al suddetto ordine (la magistratura, ndr)".

Le "minacce" di Pomicino. Pomicino – che gli inquirenti ricordano già coinvolto in passato in vicende giudiziarie analoghe proprio con Romeo – "non manca di lanciare 'avvertimenti' altrettanto, se non addirittura più allusivi, minacciandone la pubblicazione in un prossimo libro che intende scrivere, come emerge in conversazioni intercettate in un periodo in cui Romeo era sicuramente a conoscenza delle attività tecniche (le intercettazioni, ndr) a suo carico".

Fonte:
La Repubblica