Morto Solgenitsin, il cantore dei Gulag
03/08/2008
MOSCA – È deceduto alle 21,45 (ora italiana) per insufficienza cardiaca nella sua dacia alle porte di Mosca lo scrittore russo Alexander Isaevich Solgenitsin, aveva 89 anni. Premio Nobel per la letteratura nel 1970, Solgenitsin legò la sua fama all'Arcipelago Gulag, la descrizione del sistema concentrazionario dell'Unione sovietica.
LAGER – Combattente nella seconda guerra mondiale, nel 1945 per un allusione a Stalin in una sua lettera venne condannato a otto anni di lager, e poi ad altri tre. Nel 1956 venne rilasciato e riabilitato. Nel 1962 pubblicò Una giornata di Ivan Denisovich: per la prima volta nella letturatura sovietica si parlava dei campi di concentramento comunisti. I successivi romanzi furono Divisione Cancro (1967) e Il primo cerchio (1969).
ESPULSO – Solgenitsin divenne la figura più importante del dissenso russo degli anni Settanta sotto il regime di Breznev e nel 1974 venne espulso dall'Urss dopo la pubblicazione all'estero della trilogia Arcipelago Gulag. Dapprima si stabilì a Zurigo e poi negli Stati Uniti nel Vermont. Alla fine dell'Unione Sovietica, il presidente Boris Eltsin gli ridiede la cittadinanza russa ma ritornò in patria solo nel 1994. Volle mettere piede sul suolo natio a Kolyma, sede nell'Estremo oriente russo di uno dei più atroci lager, e ritornare a Mosca viaggiando in treno con la Transiberiana.
ULTIME OPERE – Nelle sue ultime opere critica il potere dei nuovi oligarchi e la decadenza della Russia. Inoltre appoggia senza remore la chiesa ortodossa ed esprime sentimenti fortemente patriottici. Nel 1999 condannò i bombardamenti della Nato in Serbia nella guerra del Kosovo, paragonandoli a quelli di Hitler
Fonte:
Corriere della Sera