Montezemolo all’attacco: «l’Italia non è governata»

09/01/2009

«Non sono contento di un Paese che vede il suo futuro dilaedership con Brambilla o Grillo. Non mi piace. Non ci sta bene». Il presidente di Confindustria al Forum della Piccola Industria di Caserta ha sparato a zero contro tutti e tutto. «Da 12 anni è impossibile prendere decisioni di fondo in questo Paese». Poi ha risposto alla provocazione del Governatore di Bankitalia Draghi: «Serve più produttività per aumentare i salari»

CASERTA – «Questo governo non è in grado neanche di tagliare le cravatte di due centimetri. Non è in grado di tagliare nulla. Non c’è coesione. Ma abbiamo bisogno che il governo governi, che prenda delle decisioni, qualsiasi esse siano». È l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, secondo il quale il Paese «non è governato. Da 12 anni è impossibile prendere decisioni di fondo».

«Non sono contento di un Paese che vede il suo futuro di laedership con Brambilla o Grillo. Non mi piace. Non ci sta bene». Lo ha detto Luca di Montezemolo, presidente di Confindustria, al Forum della Piccola Industria. «Ci vuole una politica forte e autorevole – ha spiegato con fervore Montezemolo – una classe dirigente in grado di pensare al futuro del Paese e non solo alle elezioni del prossimo mese, come se fosse il modo per risolvere i problemi».

Confindustria non intende mettere in discussione il contratto nazionale, ma lo giudica insufficiente. Ha precisato poi il presidente: «Non pensiamo ad uno scavalcamento del sindacato – ha detto – il contratto nazionale rimane per noi un vero punto di riferimento, ma non basta: dobbiamo cominciare a premiare i migliori ed a valorizzare chi lavora».

LA RISPOSTA AL GOVERNATORE DRAGHI
«Per aumentare salari serve più produttività. E’ la ricettà che il leader di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo illustra dal palco del Forum della piccola industria riferendosi anche all’analisi del Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, secondo il quale i salari in Italia sono troppo bassi. «Senza aumenti di produttività non ci può essere maggior benessere, si perde terreno nel confronto internazionale, non si possono migliorare le busta paga dei lavoratori», dice ricordando come proprio per questo, un anno fa, Confindustria chiese l’apertura di un tavolo di confronto sulla competitività poi conclusosi con il Protocollo sulla crescita e sul welfare. «Ci fa piacere – prosegue- che la nostra analisi sia condivisa dalla Banca d’Italia. Se le retribuzioni italiane sono inferiori a quelle francesi, tedesche e inglesi è perchè anche la produttività italiana è minore».
Quindi, per gli aumenti, serve più produttività «altrimenti – sottoliena Montezemolo – c’è perdita di competitività da costo, come accaduto in Italia in questi ultimi anni e come ha sottolineato ieri Mario Draghi». «Non si può dire -ha proseguito- che i risultati economici delle imprese industriali non siano stati in questi anni condivisi con i lavoratori e infatti le retribuzioni reali di fatto sono aumentate più dell’inflazione».

«Noi che – ha proseguito – consideriamo fondamentale il ruolo dei nostri collaboratori, siamo stati i primi a segnalare il problema di salari oggettivamente bassi rispetto al costo che sopportano le aziende. La differenza tra quanto un lavoratore costa alle aziende e il suo salario netto è abissale per effetto di tasse e contributi troppo alti. Tasse e contributi che spesso vengono anche spesi male». In generale, il leader di Confindustria ha detto che «l’ottica non è quella di scavalcare il sindacato: il contratto nazionale rimane il vero punto di riferimento, ma non basta. Bisogna che cominciamo a premiare i migliori: occorre valorizzare chi lavora, il lavoro, la produzione».

Fonte:
La Gazzetta del Mezzogiorno