Marchio di stato per il made in Italy
09/01/2009
Logo a tutela delle merci italiane e nuove regole d’etichettatura
Arriva un marchio dello stato per il made in Italy, con tanto di logo per tutelare la qualità delle merci italiane. E, con esso, arriva anche un disciplinare che regola la corretta utilizzazione dell’etichettatura made in Italy. Sono questi i due pilastri su cui poggiano due schemi di decreto, che il consiglio dei ministri approverà oggi e di cui ItaliaOggi è in grado di anticipare i testi (in basso). I decreti attuano una possibilità prevista dalla Finanziaria 2004, che prevedeva azioni straordinarie a sostegno delle merci prodotte integralmente sul territorio italiano, o a esse assimilate in base alle norme Ue. La titolarità del marchio made in Italy sarà esclusivamente del ministero delle attività produttive, che deciderà come e quando darne l’uso in concessione. Ma vediamo in cosa consistono i due provvedimenti e quali sono le ragioni che portano alla loro adozione.
Logo a tutela delle merci. Il regolamento in questione punta a promuovere la qualità della produzione italiana in un contesto economico internazionale caratterizzato da una crescente integrazione e da una forte competitività sul mercato. Il marchio, che sarà volontariamente richiesto dalle imprese, potrà essere concesso solo se i produttori rispetteranno alcuni disciplinari d’uso, che il dicastero metterà a punto d’accordo con le singole organizzazioni produttive. In ogni caso, l’utilizzo della denominazione ´made in Italy’ non caratterizzerà l’origine doganale dei prodotti ma servirà a rendere riconoscibili le caratteristiche qualitative che una simile espressione ha assunto nel tempo. Il nuovo marchio terrà anche conto delle singole specificità, legate all’utilizzo dei marchi Dop (Denominazione origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta), riservati all’agroalimentare; in particolare, per i prodotti agricoli il decreto prevede che i regolamenti d’uso del logo vengano concordati con il ministero delle politiche agricole. Ma una cosa è certa: tutti i cicli produttivi previsti nei protocolli di concessione del marchio dovranno rispettare le norme in materia di tutela del lavoro minorile e di salute pubblica, del mercato del lavoro e della protezione del lavoro minorile.
Scudo per l’etichettatura. Il decreto sull’etichettatura ´made in Italy’ disciplina le modalità di utilizzo dell’indicazione. L’etichetta potrà essere apposta su tutte le merci prodotte sull’italico suol, anche se vengono utilizzate merci provenienti da altri stati dell’Unione europea. Potranno fregiarsi dell’etichetta ´made in Italy’ anche i prodotti compensatori, cioè quei prodotti fabbricati all’estero e perfezionati in Italia o, al contrario, fabbricati nel Belpaese e perfezionati all’estero.
Fonte:
Itaia Oggi
Numero 250, pag. 33
21/10/2005
Autore: di Luigi Chiarello
Praxa