Mantova regina d’ambiente

09/01/2009

La città virigliana si classifica al primo posto nel rapporto 2006 “Ecosistema Urbano”, redatto da Legambiente e pubblicato su Il Sole 24 Ore. Vibo Valentia all’ultimo. Di nuovo è stata premiata una città lombarda per una buona dotazione di verde, di zone pedonali, di mezzi pubblici, di piste per chi vuol spostarsi in bici. “Ecosistema urbano 2006” è un atto d’accusa contro le automobiliLa ricerca prende in esame 26 indicatori, traffico e smog i problemi maggiori » Il documento

Mantova ha vinto.
La città di Virgilio ha conquistato la vetta di Ecosistema Urbano 2006: l’annuale rapporto di Legambiente e Sole 24 Ore sulla qualità ambientale dei 103 capoluoghi di provincia, precedendo d’un soffio Bolzano e Lecco.
In coda alla classifica c’è Vibo Valentia che sostituisce all’ultimo posto un’altra città calabra (nell’edizione 2005 c’era Reggio Calabria) e un gruppo di centri urbani tutti meridionali: Catania, Nuoro, Enna, Trapani, Messina, Reggio Calabria, Isernia, Agrigento e Oristano. A far vincere Mantova, che bissa un successo già ottenuto nel 1998 e corona la scalata alla vetta dopo anni di ottimi piazzamenti, sono le ottime performance in quasi tutti i settori chiave della ricerca, senza nessun primato. In testa, subito dopo Mantova, troviamo un gruppo di comuni lombardi che da diversi anni frequentano le zone alte della classifica: Lecco è terza, Cremona sesta, Pavia decima.

125 PARAMETRI
L’annuale report ambientale, realizzato da dodici anni in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia, viene presentato oggi a Milano nel corso di un convegno centrato sul tema della mobilità.
Lo studio prende in considerazione 125 parametri distribuiti su ben 26 indicatori: dall’inquinamento atmosferico a quello dell’acqua, dal numero di piste ciclabili a quello delle aree a traffico limitato, dalla capacità di raccolta differenziata dei rifiuti all’intensità dei consumi energetici. Incrociando ed elaborando questi dati, gli esperti ne hanno tratto sia una fotografia generale della situazione ambientale delle nostre città sia una loro classifica di merito.

LA PIAGA DEL TRAFFICO
Attualmente ciò che preoccupa di più del sistema urbanistico italiano è l’empasse organizzativa dei grandi centri urbani, soprattutto sul versante del traffico: un’emergenza che accomuna tutte le grandi città».
Basti dire che malgrado il grande bricolage di misure-tampone (targhe alterne, blocchi estemporanei della circolazione, stop limitati alle auto non catalizzate e ai vecchi diesel…) nella metà dei capoluoghi italiani si sono registrati durante il 2004 più superamenti dei limiti di concentrazione delle polveri sottili del consentito.

Palazzo Te a Mantova

NORD E SUD: LA FORBICE SI STRINGE
La forbice che si va restringendo è invece quella tra le grandi città del settentrione e quelle del meridione. Il minore sviluppo metteva paradossalmente queste ultime parzialmente al riparo da alcuni mali tipici dei centri del Nord, come inquinamento, consumi energetici eccessivi e grandi quantità di rifiuti da smaltire. Ora questi problemi affliggono in uguale misura anche città come Napoli, Bari e Palermo.

In questa edizione di Ecosistema Urbano emerge comunque un’Italia molto variegata. Si riacutizza infatti il distacco tra comuni grandi e medio-piccoli soprattutto a causa della mobilità: Palermo è 86a sui 103 capoluoghi di provincia, Milano è 82a, Napoli è 75a, Torino 73a, Genova 70a, Roma 68a.
Restano stabili o addirittura peggiorano i livelli di smog, il trasporto pubblico perde in un anno il 4% di passeggeri e più del 90% del calo complessivo di utenti riguarda quattro grandi città: Torino, Firenze, Roma, Napoli.
L’inquinante più problematico, sempre per restare ai problemi legati all’inquinamento da traffico, è il PM10: si registrano valori fuori norma in oltre il 60 per cento (50 su 79) delle città che monitorano questa sostanza.

IL CASO DI NUORO
Laggiù, in fondo alla classifica troviamo invece i casi più difficili. A Catania la qualità dell’aria è pessima, sono elevati i consumi elettrici e di carburante ed esorbitanti quelli idrici, le perdite di rete si avvicinano al 20% e l’80% degli scarichi fognari del capoluogo etneo vengono liberati senza nessun tipo di filtro nei fossi e nei torrenti.
E poi Nuoro che da anni occupa più meno stabilmente le ultime posizioni della classifica di Ecosistema Urbano: il centro urbano sardo non ha dati sulla qualità dell’aria, non ha isole pedonali, non ha un efficiente sistema di depurazione delle acque sporche, non ha un trasporto pubblico decente, non ha spazi verdi apprezzabili.
“In compenso” ha tantissime case abusive, quasi 12 ogni 10mila abitanti, tante da collocare Nuoro tra i capoluoghi più compromessi d’Italia.
L’insostenibilità urbana abita poi in tanti altri centri dalle dimensioni metropolitane o medio-piccole: Enna, Trapani, Messina, Reggio Calabria, Isernia, Agrigento, Oristano, Teramo e Catanzaro.

Fonte:
Panorama.it