Manovra, sparisce la tassa di soggiorno. La marcia indietro del governo.
09/01/2009
ROMA – Abrogata all’unanimità. La tassa di soggiorno è stata cancellata dalla Finanziaria. Tutti gli emendamenti che sopprimevano l’imposta hanno ricevuto il via libera della Camera e il parere favorevole del governo.
La discussa tassa di soggiorno (di 5 e 2 euro rispettivamente, per grandi e piccole città) era stata approvata pochi giorni fa dall’esecutivo ed era finita in un emendamento alla manovra. Ad annunciare l’intenzione di fare retro-marcia era stato il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli, al termine di una riunione tra maggioranza e governo sulla Finanziaria. «Si va verso l’eliminazione della tassa di soggiorno, con la soppressione dell’articolo 9», aveva spiegato Bonelli. «Contemporaneamente – aveva aggiunto – viene potenziato il fondo per la mobilità sostenibile nei comuni turistici e nelle città con maggiore crisi ambientale».
Ed ecco come è andata: «Abbiamo cercato di trovare una formulazione che metta d’accordo un numero sufficiente di soggetti». Ma ciò non è stato possibile e «quindi la togliamo e poi si vedrà». Un’ulteriore conferma era arrivata da Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento: «Il governo è d’accordo sulla soppressione della tassa di soggiorno»
RUTELLI SODDISFATTO – Già l’11 novembre il sottosegretario all’Economia, Alfiero Grandi, aveva detto che al momento «non c’è nulla di deciso, né nulla di precluso: siamo pronti a discutere». A chiedere al governo di rivedere la norma che concede la possibilità ai Comuni di applicare una tassa da 2 a 5 euro sul turismo era stato in particolare il Prc nel corso di una riunione tra governo e maggioranza a Montecitorio.
Ma dopo l’abolizione la voce più autorevole è quella del vicepremier Rutelli: «Quella del Parlamento è una decisione molto saggia. L’Italia ha bisogno di essere più competitiva nel settore del turismo, che dà ricchezza. La tassa non avrebbe aiutato, avrebbe messo in difficoltá l’industria del turismo».
TORNA LA ROTTAMAZIONE AUTO E MOTO? – Gli incentivi per favorire il cambio di una vecchia carretta con una nuova auto meno inquinante dovrebbero essere reintrodotti al Senato e riguarderanno anche le moto. La norma, che nella sua prima versione prevedeva per le auto Euro 4 e 5 l’esenzione dal bollo auto per due anni, non sarà però inserita nel decreto fiscale, attualmente all’esame di Palazzo Madama. Sarà invece introdotta nella Finanziaria vera e propria: il governo è politicamente d’ accordo e accoglierà, anche se sta ancora cercando fondi, la richiesta che nasce da un ordine del giorno che la maggioranza sta presentando al Senato nell’ ambito della discussione sul decreto fiscale.
Per il sottosegretario Grandi sono due gli impatti positivi della norma: «L’ incentivo al cambio dell’ auto e della moto verso veicoli meno inquinanti darebbe più linearità alle norme sul bollo auto» che aumentano il prelievo sulle auto più dannose per l’ambiente; inoltre «potrebbe diventare, insieme ad altre misure, un volano per la crescita».
Fonte:
Corriere della Sera
14 novembre 2006