Made in Italy in rosso sui mercati extra-Ue

09/01/2009

Nei primi due mesi 2005 accumulato un deficit di 3.087 milioni, 500 in più del 2004. Bene le vendite in America e Russia. Il caro-petrolio pesa sui conti.

di Vincenzo Chierchia

L’interscambio commerciale extra-Ue si tinge sempre più di rosso, complici l’euro forte, la rincorsa delle materie prime, i metalli in particolare, e della bolletta energetica. In febbraio l’Istat ha registrato una crescita tendenziale delle esportazioni (8,5 miliardi) del 7,7% ma l’incremento delle importazioni (9,7 milioni) ha toccato il 15,7 per cento. Il disavanzo ha così toccato quota 1.128 milioni di euro (quasi il 300% in più rispetto ai 425 milioni di febbraio 2004).

Le difficoltà del made in Italy sono state confermate anche dal tonfo su base congiunturale: rispetto a gennaio le esportazioni sono calate del 3,9% (terza flessione consecutiva) mentre l’import è aumentato dello 0,4 per cento.
Nei primi due mesi dell’anno l’interscambio extra-Ue ha accumulato un deficit di 3.087 milioni di euro, circa 500 milioni in più rispetto ai 2,6 miliardi circa del primo bimestre 2004.

Per quanto riguarda l’export (i mercati extra-Ue valgono il 40,7% del totale) a febbraio sono stati registrati buoni progressi negli Usa (+6%), in Russia (+30,7%) e anche in Cina (+3,2%) o nei Paesi Opec (+5,4%). Restano invece pesanti le difficoltà del made in Italy sul mercato giapponese (-3,1%); in retromarcia la Turchia (-1,8%).
Il caro-petrolio ha messo le ali alle importazioni dai Paesi Opec: +33,6% a febbraio (il deficit è pari a 2,2 miliardi). Il dollaro debole ha spinto le importazioni dagli Usa (+20,8%). La Russia marcia spedita (+41,1%) insieme con la Turchia (+41,6%). Dilaga la Cina (+32,9%), che nel comparto tessile segna un aumento dell’import in Italia superiore al 60% a febbraio. Il disavanzo con la Russia dei primi due mesi 2005 si attesta sui 1.079 milioni, e quello con la Cina ha toccato quota 1.608 milioni. Massiccio l’attivo con gli Usa: 1.701 milioni.

In recupero a febbraio l’export di tessile-abbigliamento, calzature, chimica e prodotti in metallo. In difficoltà mobili (-12,3%), apparecchi elettrici (-2%), prodotti agricoli (-5,2%).
Per il presidente dell’Ice, Beniamino Quintieri, i dati Istat confermano la vivacità delle esportazioni italiane. Le organizzazioni agricole, Cia e Coldiretti, chiedono invece interventi per rilanciare l’export agroalimentare.
«È positivo che nei primi due mesi 2005 le esportazioni siano cresciute del 12,8%, ma per quanto riguarda le importazioni, continuiamo a subire il caro petrolio, che giustifica il dato negativo del saldo commerciale di febbraio» sottolinea Gaetano Fausto Esposito, direttore di Assocamerestero. «È stato il forte incremento dei prezzi delle materie prime a determinare l’aumento del saldo negativo della nostra bilancia commerciale» dichiara Adolfo Urso, viceministro delle Attività produttive.

Il Sole 24Ore
24 marzo 2005