Macchinari, l’Europa alla sfida con gli emergenti
16/04/2012
Arriva dalla Vecchia Europa e dai Paesi emergenti il vento della ripresa per i macchinari al servizio della lavorazione del legno per produrre i mobili.
Un settore in crescita, come rileva il bilancio preconsuntivo 2011 dell’Ufficio studi di Acimall (Associazione costruttori italiani di macchine e accessori per la lavorazione del legno), in cui si evidenzia un incremento della produzione del 5,8 per cento rispetto al 2010, per un valore stimato attorno ai 1.632 milioni di euro. Il comparto conta circa 300 aziende per 11mila addetti, che collocano l’Italia al secondo posto a livello mondiale dopo la Germania, con una quota di mercato del 17,3 per cento. «L’export assorbe una quota preponderante della produzione nazionale», sottolinea Paolo Zanibon, direttore generale di Acimall, secondo il quale «in questo momento solo il 20 per cento delle macchine che escono dalle fabbriche italiane resta sul territorio nazionale".
Lo scorso anno le esportazioni sono cresciute del 10 per cento rispetto al 2010 contro il — 20,3 per cento registrato nelle importazioni. «Germania, Francia e Inghilterra sono i Paesi che trainano maggiormente la domanda, a conferma della vicinanza di gusti con questi popoli. Ma buone soddisfazioni arrivano anche dall’Europa non comunitaria, come Ucraina, Russia e Bielorussia, e da Brasile, Cina e India», spiega Zanibon.
Sui mercati internazionali punta Scm Group (70 per cento di export sulla produzione totale), azienda riminese specializzata dagli anni Trenta nella produzione di macchine e impianti per la lavorazione del legno, di cui il 70 per cento rivolta all’industria del mobile. «Negli anni abbiamo ampliato l’offerta, che spazia dalle macchine standard per la falegnameria fino ai sistemi integrati per la produzione industriale di arredi», spiega Raphaël Prati, direttore comunicazione e marketing di Scm Group.
Oggi il gruppo impiega 3.500 dipendenti e nel 2011 ha registrato un fatturato di circa 500 milioni di euro. «Dopo la pesante crisi del 2008, oggi per noi i segnali di ripresa sono legati soprattutto ai mercati esteri che meno hanno risentito della crisi internazionale del real estate", aggiunge.
In Brasile è diretto il 7 per cento dell’export, nell’Europa Comunitaria il 35 per cento, con il resto che finisce quasi del tutto tra Sud Est Asiatico e Nord America. «Per il 2012 segnali positivi continuano a giungere soprattutto dai paesi Bric, ma anche dalla Germania e dalla Polonia», conclude. Produce macchine per mobili anche il gruppo pesarese Biesse, che nel 2011 ha realizzato ricavi per circa 390 milioni di euro e conta 2.700 dipendenti. «A spingere il business è soprattutto l’export, che contribuisce per l’86 per cento del nostro fatturato, con un’incidenza crescente dei Paesi Bric, mentre le difficoltà maggiori le riscontriamo nelle economie occidentali più mature», dice Stefano Porcellini, cfo dell’azienda.
E’ specializzata, invece, nella produzione di macchinari e di impianti per la verniciatura del legno e di altri materiali utilizzati per la realizzazione dei mobili, Cefla Finishing Group, azienda di Imola che esporta circa l’85 per cento della propria produzione. «Il 2011 è stato caratterizzato da una crescita di fatturato a doppia cifra percentuale, cosa che ci ha permesso di superare gli 80 milioni di euro», afferma Riccardo Quattrini, managing director della società.
Un risultato ottenuto grazie all’aumento delle quote di mercato estere, con in testa Cina, Germania e Francia. La Costa Levigatrici, nata nel 1982 e specializzata nella progettazione e costruzione di macchine per il trattamento delle superfici dei pannelli utilizzati per la costruzione dei mobili. A trainare il business, con un fatturato di 28 milioni di euro nel 2011, le esportazioni: "Registriamo performance elevate soprattutto per le macchine complesse, che si distinguono per innovazione e tecnologia e pertanto risultano difficili da copiare», specifica Alessandro Costa, presidente della società.
A conferma di un mercato composito, l’esperienza fuori dal coro della veneta Fravol Export, specializzata nella produzione di macchine bordatrici per la realizzazione dei mobili. "Abbiamo affrontato la crisi incrementando gli investimenti in ricerca", sottolinea Alberto Faccin, responsabile commerciale dell’azienda. "Avendo privilegiato prodotti ad alto contenuto tecnologico, negli ultimi anni abbiamo risentito della flessione di mercati importanti come Stati Uniti, Canada ed Europa, ma il calo è stato in parte sopperito dal mercato nazionale», aggiunge.
Mentre la predominanza dell’export (oltre il 90 per cento della produzione) torna nelle parole di Agostino Bacci, amministratore delegato della Paolino Bacci, azienda toscana nata nel 1918, specializzata in macchine per la lavorazione del legno massiccio, destinato alla realizzazione di mobili e complementi d’arredo. «Il comparto macchine per la lavorazione del legno negli ultimi quattro anni ha subito un notevole calo della domanda interna», specifica l’amministratore delegato Agostino Bacci, "mentre la situazione è migliore in Brasile, Estremo Oriente e Russia».
Fonte:
la Repubblica