L’uomo dell’anno 2006? Per Time, tu: navigatore
09/01/2009
I navigatori, i surfer, gli internauti: sono loro, siete voi, il personaggio dell’anno incoronato dal newsmagazine americano. In copertina infatti c’è un computer con uno specchio al posto dello schermo: a simboleggiare “tutte le persone che hanno partecipato all’esplosione della democrazia digitale usando Internet per diffondere parole, immagini e video”
Andando su Wikipedia, l’enciclopedia online redatta dagli utenti della Rete, e, dopo aver digitato “time”, la si trova anche lì: la copertina del newsmagazine americano che, come di consueto, da 83 anni a questa parte, a dicembre incorona il al “Personaggio dell’anno”.
E come mai uno strumento nuovo, virtuale, libero e gratuito come Wikipedia ha voluto dare la notizia della scelta di Time, praticamente in tempo reale?
Perché a campeggiare sulla prima pagina del settimanale, per il 2006, c’è: “You”.
Cioè tu/voi, navigatore/i della Rete che frequenta/no i siti liberi, con contenuti prodotti da altri web surfer.
“YOU”
Il giornale, pubblicando in copertina un computer con uno specchio al posto dello schermo, ha scelto di incoronare: “tutte le persone che hanno partecipato all’esplosione della democrazia digitale” usando Internet per diffondere parole, immagini e video, contribuendo al successo di siti come YouTube o MySpace.
È insomma la consacrazione del cosiddetto Web 2.0, termine coniato nel 2004 per indicare la “seconda era” di Internet, quella dei servizi online che si basano sulla libera circolazione di notizia, e saperi, sulla collaborazione tra gli utenti, sulla condivisione di risorse e knowhow.
Richard Stengel, direttore della rivista, aveva stilato una lista di candidati che comprendeva, tra gli altri, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, il presidente cinese Hu Jintao e il leader nordcoreano Kim Jong Il.
La copertina dell’anno di Time del resto non segnala il personaggio meritevole, ma quello che, nel bene e nel male, si è rivelato il più influente nei 12 mesi appena trascorsi.
E la redazione ha ritenuto che “You”, l’internauta partecipativo e interattivo, sia più rivoluzionario di un leader dalla bomba atomica facile o di un presidente con l’hobby del negazionismo e l’ossessione di Israele.
NAVIGATORI CON LE REDINI
Per Time, quindi, il navigatore di nuova generazione merita la copertina: “Per aver preso le redini dei media globali, per aver fondato e aver dato forma alla nuova democrazia digitale, per aver lavorato gratis e aver battuto i professionisti al loro stesso gioco, la Persona dell’Anno 2006 di Time siete voi”, scrive sulla rivista Lev Grossman, il curatore di tecnologia e libri della rivista Usa.
“Se voi scegliete un individuo dovete giustificare come questa persona ha influenzato milioni di altre persone – continua. “Ma scegliendo milioni di persone, come è accaduto quest’anno, non ci obbliga ad alcuna giustificazione”.
Se non quella che il popolo dei blog, dei siti, dei video messi in rete, e delle esistenze virtuali tipo Second Life, sta prendendo il controllo dell’informazione, influenzando la politica e l’economia.
Nel 1982 la “persona dell’anno” era stata il personal computer, ma era sembrata una scelta inumana: 24 anni dopo, milioni di esseri in carne e ossa ne hanno preso pieno possesso, e meritano di riprendersi il titolo.
FENOMENI DI MASSA
Milioni di persone sono quelle che frequentano ormai siti come Youtube.com, dove chiunque può inserire un video girato da sé.
In pochi mesi, il sito creato in un garage da due intraprendenti giovanotti americani, è arrivato a generare un traffico di 100 milioni di video guardati al giorno in tutto il mondo (compresi quelli shock, con atti di bullismo o pornografia soft, girati dagli studenti italiani).
Più o meno la stessa parabola di Myspace, dove milioni di utenti hanno creato una propria pagina internet sui pubblicano video e foto e gestiscono la propria schiera di contatti.
Eclatante poi il caso di Wikipedia, che per molti è ormai la prima fonte di approvvigionamento di informazioni, eclissando il ruolo delle vecchie enciclopedie.
Per non parlare infine del fenomeno dei blog in generale.
Una ricerca della società di consulenza Gartner sostiene che nel 2007 i “diari online” toccheranno il loro massimo splendore, arrivando a 100 milioni.
I contenuti di questi siti in genere sono liberamente riproducibili, purché non siano utilizzati a fini di lucro, secondo un nuovo concetto di diritto d’autore regolato da una licenza di utilizzo denominata “creative commons”.
“Si tratta dei molti che tolgono il potere ai pochi, dell’aiuto recipropco gratuito, di come ciò non solo cambierà il mondo, ma anche il modo in cui il mondo cambia”.
Ma, e la domanda a questo punto viene spontanea, è tutto oro quel che naviga nella Rete 2.0?
I critici sostengono innanzitutto che il modello non produce soldi e quindi è destinato ad affondare.
Vero che per ora alcuni dei promotori ci hanno guadagnato alla grande: i creatori di Youtube hanno venduto a Google per 1,65 miliardi di dollari e quelli di Myspace a Rupert Murdoch per 850 milioni.
Resta il problema (non di poco conto) dell’attendibilità dell’informazione, libera, gratuita e incontrollata.
Non mancano, per esempio, le lamentele per le voci di Wikipedia sbagliate, ideologicamente distorte o diffamatorie.
Il sistema spontaneo saprà correggere se stesso? Lo scopriremo solo navigando.
Intanto, complimenti a voi, a te!
Fonte:
Panorama.it