L’Ocse a Prodi: il tesoretto per ridurre il deficit
09/01/2009
Roma L’Ocse promuove a metà l’Italia: bene le riforme, ma rimane ancora molto da fare. Soprattutto sul debito e sulle pensioni.
L’organizzazione di Parigi, come l’Unione europea, chiede al nostro Paese di utilizzare il tesoretto, cioè l’extra-gettito fiscale, per risanare il bilancio pubblico.
La raccomandazione «L’Italia non deve lasciarsi sfuggire l’opportunità di ridurre il deficit e contribuire a far calare il debito», ha sostenuto ieri a Roma il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Angel Gurria, presentando il rapporto sul Belpaese. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha replicato ribadendo che «l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011 è realistico, come è realistica la seria riduzione del rapporto fra debito pubblico e Pil». Grazie anche alla ripresa in atto, che, secondo Gurria, dovrebbe continuare: «In Italia è in corso una ripresa economica molto opportuna, che, dopo una crescita dell’1,9% lo scorso anno, dovrebbe mantenere la stessa velocità nel 2007».
Il debito pubblico Però, «l’Italia – dice ancora Gurria – ha avviato un processo di riforme e aggiustamento che sta funzionando bene, ma ha un debito pubblico pari al 107% del Pil. Il più alto in Europa e, insieme al Giappone, il maggiore tra i Paesi dell’area Ocse». In sintesi, deve perseverare sul cammino delle riforme avviate. Deve riuscire a ridurre l’indebitamento (fino a portarlo almeno al 60% del Pil) e migliorare il sistema previdenziale. Per l’Ocse va attenuata l’imposizione fiscale e vanno riformate scuola e università, rese più innovative e competitive le imprese e rafforzato il sistema finanziario. Infine, lo scalone per le pensioni non va eliminato e la revisione dei coefficienti pensionistici andrebbe resa automatica, su base annuale, come in quasi tutti i paesi dell’Ocse, anziché decennale e discrezionale.
La sponda Parole e pensieri che trovano una sponda perfetta in Tommaso Padoa Schioppa: il ministro dell’Economia conferma il fatto che qualsiasi cambiamento dovrà comunque preservare la sostenibilità del sistema. Questo basterà per scovare le risorse per le infrastrutture e la ricerca senza bisogno di alzare le tasse. Anzi, promette il titolare di via XX Settembre, con la possibilità anche di abbassarle, prima o poi. Il cammino è ancora lungo», sottolinea Padoa Schioppa. «Una volta girata la pagina dei conti pubblici, che è stata la parte più facile arriva ora la parte più impegnativa, le riforme», ha evidenziato il titolare dell’Economia.
Le reazioni Ma le parole di Padoa Schioppa non trovano consensi. Lo spartito che vuole suonare il ministro non piace ad alcuni: la musica delle riforme non può esser suonata anche dalla sinistra radicale, che per l’ennesima volta si ribella. A dettare la linea delle frange più oltranziste della maggioranza è sempre il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. «L’Ocse e l’Ue continuano a fare pressioni per usare tutto il tesoretto per il ripianamento del debito, ma penso che questa sarebbe una scelta suicida», afferma Ferrero. E una nota polemica è arrivata pure dai sindacati. «Si tratta una organizzazione composta da funzionari inviati dai vari governi – ha evidenziato il leader della Uil, Luigi Angeletti -. E, quindi, anche quelli che parlano dell’Italia sono funzionari mandati lì dall’esecutivo». Al contrario il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montzemolo, applaude l’Ocse, perché «dice le stesse cose degli industriali: utilizzare quel denaro che c’è per abbassare il debito pubblico ed è quello che noi diciamo da molto tempo. L’Italia dunque è un Paese che paga troppe tasse per avere pochissimi servizi». Siamo alle solite: le riforme che urgono ma una fetta della maggioranza dice no e Prodi è destinato a restare immobile.
Fonte:
Il Meridiano
Alberto Ciapparoni