L’Italia si deve affidare alle esportazioni
09/01/2009
Ne è convinta Emma Bonino, che ha partecipato alla presentazione dell’Annuario Istat-ICE 2006. Crescono le esportazioni, (+5,3%), ma ancor più le importazioni, e quindi il deficit. Tuttavia, a parere del Ministro, “non ci sono fattori di allarme”
“Nell’attesa che i consumi e la domanda interna assumano la funzione di traino che spetta loro, l’Italia si deve affidare alle esportazioni. E queste crescono in maniera continuativa (+5,3% nel 2006; +4,1% nei primi mesi del 2007) con una ripresa evidente rispetto agli ultimi anni. Ne consegue un aumento del saldo della bilancia non energetica e un miglioramento del saldo negativo di quella energetica”. Per questo, l’Italia deve puntare sull’internazionalizzazione, mirando ad un raddoppio dei fondi ad essa destinati, e avviando “una operazione di reclutamento di nuovo personale. Abbiamo bisogno di una nuova generazione di funzionari –uomini o donne – che sappiano interpretare i futuri scenari della geopolitica mondiale”.
Sono, queste, parole del Ministro del Commercio Internazionale Emma Bonino, presente ieri a Roma per la presentazione dell’Annuario Istat-ICE 2006.
Nel Rapporto sono stati messi in luce alcuni “elementi di criticità da monitorare”, come ha tenuto a sottolineare il Ministro, a partire dal fatto che le importazioni hanno registrato un incremento superiore alle esportazioni, pari al 12,6%, cosa che, come sottolineato dal Presidente dell’Istat Luigi Biggeri, ha fatto sì che “il saldo della bilancia commerciale abbia subito un deciso deterioramento e il deficit sia aumentato di 9,4 miliardi di euro nel 2005 a 21,4 nel 2006”. Ma, a parere del Ministro Bonino, “non ci sono fattori di allarme”.
“I dati del Rapporto – ha tenuto a sottolineare ancora il Ministro – evidenziano una erosione delle quote di mercato dell’Italia a livello mondiale –ma nell’ultimo anno questa perdita è stata contenuta ed anzi in alcune aree (Nord Africa o Medio Oriente) abbiano conquistato nuove posizioni. Questo dato è comune a tutti i Paesi europei (fatta eccezione per la Germania) e certamente è un fenomeno fisiologico nei nuovi equilibri mondiali. Di fronte all’avanzata di colossi quali Cina, India, Brasile e tutti i Paese dell’Asia, è ovvio che gli spazi per Paesi come l’Italia si restringano. Quindi non sarei eccessivamente preoccupata. Infatti, la perdita di quote di mercato in volume è stata compensata da una minore flessione della quota in valore, il che significa che crescono i valori unitari delle esportazioni e questo in maniera superiore a quelli degli altri Paesi”.
Il Rapporto, del resto, ha anche messo in luce che il numero totale degli esportatori continua a crescere (+2%), e ciò mette quindi in evidenza che la capacità di operare sui mercati esteri è fortemente correlata alla dimensione delle aziende e che le aziende a maggiore dimensione contribuiscono in maniera determinante alla crescita delle nostre esportazioni. Per questo, a parere del Ministro, “occorre una politica industriale nuova, che stimoli la crescita dimensionale delle imprese; che influenzi le variabili cosiddette di contesto (burocrazia, fiscalità, logistica, infrastrutture); che faciliti la costituzione di consorzi di servizi, per diminuire i costi delle PMI. Mi auguro, pertanto, di portare nella legge Finanziaria uno strumento che possa aiutare le PMI a crescere in funzione dell’internazionalizzazione, a ciò dedicando una parte dei fondi SIMEST”.
Il Ministro ha ancora auspicato “un raddoppio dei fondi destinati all’internazionalizzazione da considerarsi come investimento e non come spesa corrente. La promozione commerciale e il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese – ha aggiunto – sono un fattore strategico della politica economica”.
Emma Bonino ha parlato anche della riorganizzazione della rete estera dell’Istituto nazionale per il Commercio con l’Estero, e di “missioni di sistema”, elencando una serie di Paesi su cui si concentreranno gli sforzi italiani nei prossimi i mesi: dal Kazakhstan, ai Paesi del Golfo, dall’India al Vietnam e poi ancora il Messico dove, nei primi mesi del 2008, probabilmente, si recherà anche il Presidente del Consiglio Romano Prodi.
Fonte:
Italplanet
http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=109&info=9200