L’Italia non convince: finisce 1-1 con gli Usa

09/01/2009

La Nazionale di Marcello Lippi poteva approfittare dell’amnesia collettiva di Pavel Nedved e compagni per portarsi subito a sei punti e aggiudicarsi direttamente gli ottavi di finale. Ma – dopo l’imprevedibile sconfitta dei ceki con il Ghana – la serata di calcio del gruppo E riserva un’amara sorpresa anche per gli Azzurri.

Nulla di irrimediabile, per carità. E però uno striminzito 1-1 contro la nazionale Usa allenata dal veterano italo-americano Bruce Arena non può lasciare soddisfatti né i giocatori, né il ct, nemmeno il pubblico dei tifosi che dalla nazionale si aspetta sempre il meglio. Una prestazione per certi versi poco rassicurante, da parte degli uomini di Lippi, che più che altro non sono riusciti – tranne nel caso della rete di Alberto Gilardino – a sfruttare le occasioni da goal costruite, seppur con qualche fatica di troppo. Più che l’errore di Zaccardo – che al 27’ svirgola la palla in un rinvio difensivo e beffa Buffon con un’imparabile autorete – preoccupa il fatto che in tutti i 45 minuti del secondo tempo, con un uomo in più per le espulsioni di Mastroeni e del difensore centrale americano Pope, la formazione azzurra non abbia approfittato della superiorità numerica per infilare il secondo goal che avrebbe regalato all’Italia la vittoria e la qualificazione al prossimo turno, ancora tutta da giocare a questo punto, con Ghana e Repubblica Ceca distaccate solamente di un punto.

La gara è stata impostata dagli Stati Uniti in maniera da esaltare al massimo la prestanza fisica di un team di giocatori non eccezionali sotto il profilo tecnico – anche se molti militano nei campionati europei – ma molto decisi e aggressivi sui palloni (e anche sulle caviglie). La partita si fa subito piuttosto dura per gli attaccanti azzurri, spesso bloccati con interventi al limite del regolamento. La terna arbitrale fischia molto, però, sia le entrate scorrette sia le posizioni di off-side. Ne fanno le spese numerosi giocatori, ammoniti, e tre espulsi, tra i quali Daniele De Rossi per un’incredibile gomitata a McBride. Il centrocampista della Roma perde la testa proprio in avvio di gara (28’), lanciando un segnale non molto rassicurante sulla sua tenuta nervosa in gare di alto profilo internazionale. Gli Stati Uniti, sorretti dallo storico capitano Claudio Reyna – sempre utile il suo contributo in campo – e da un velocissimo e abile Donovan spingono come matti nel primo tempo, mentre gli Azzurri, recuperato Zambrotta, non riescono ad esprimere un calcio di livello.

Inaspettatamente, però, come può succedere a formazioni che possono vantare giocatori dai piedi buoni, scocca l’azione fulminante. La punizione pennellata da Andrea Pirlo in area di rigore pesca un Gilardino rapidissimo a tuffarsi sul pallone e ad insaccare alla spalle dell’estremo difensore Usa Keller. Formidabile l’intuizione della giovane punta del Milan, che ben conosce le punizioni del compagno di squadra e che con questo goal appone il suo marchio ad una gara che non lo vedrà più brillare in seguito. Ed è proprio a questo punto, dopo il colpaccio messo a segno con abilità, che gli Azzurri avrebbero dovuto prendere in mano la partita. L’espulsione di De Rossi vanifica invece il tentativo e permette agli Usa di tornare nuovamente all’assalto. Francesco Totti, marcato a uomo dal primo minuto, viene sostituito ed entra nella mischia un recuperato Gattuso, subito aggressivo e coriaceo come suo solito. Il finale di primo tempo è ancora americano, a parte l’espulsione di Mastroeni per un’entrata molto dura su Pirlo.

Secondo tempo in nove uomini per gli Usa, che perdono Pope e cedono per forza metri di campo. Ora l’Italia ha ancora 45 minuti di supremazia numerica per segnare il goal della vittoria, ma, malgrado le molte occasioni, non riesce a concretizzare nulla. Gli Usa cercano il contropiede, ma si chiudono in difesa. Toni è pescato troppe volte in fuorigioco. Lippi tenta la carta Del Piero e sostituisce il bomber della Fiorentina con Iaquinta. Nulla da fare. La porta di Keller sembra stregata e l’Italia non passa. Pirlo continua a mostrare sprazzi di classe, cercando di guidare il gioco e di proporre assist invitanti (bellissimo un “cucchiaio” per Del Piero in area di rigore), ma nessuno riesce a realizzare. Le occasioni non mancano, ma latita la precisione e la forza fisica degli avversari mette gli Azzurri a dura prova.

La partita finisce con qualche conferma e molto rammarico. Buona la regia di Andrea Pirlo, giocatore sempre più fondamentale per questa squadra, malgrado le quasi 60 partite ufficiali disputate nella stagione; buoni i recuperi di Zambrotta e Gattuso; sicura la coppia di centrali difensivi. I palloni giocati da Buffon sono stati davvero pochi. Si attendono, però, miglioramenti sul piano del gioco, della lucidità e della concretezza in fase offensiva, oltre a tanto, tanto cuore nella decisiva partita contro la Repubblica Ceca. O dentro o fuori, ormai. Non è più consentito sbagliare.

Fonte:
Il Sole 24 Ore