«L’Italia è in ritardo su Kyoto»
09/01/2009
Mea culpa e promesse di riscatto. Ieri pomeriggio alle 18 i palazzi del potere, le città e molti centri commerciali hanno spento per qualche minuto le luci per onorare i due anni dalla nascita del patto ambientale di Kyoto.
A sollecitarne il pieno rispetto è direttamente il Capo dello Stato. «C’è un preoccupante ritardo, anche dell’Italia» scrive Giorgio Napolitano al ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Servono misure difficili, ma «oltre che dovute, possibili e sostenibili».
Il ministro ringrazia, ribadisce il suo impegno e illustra, nella conferenza stampa tenuta dopo una riunione del Consiglio dei ministri dedicata anche all’esame del rappporto Onu sui cambiamenti climatici, una raffica di incentivi al risparmio e alle fonti verdi.
I provvedimenti fanno parte della “lenzuolata” sull’efficienza energetica che sarà illustrata lunedì dal premier Romano Prodi insieme a Pecoraro, al ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani e al viceministro dell’Economia Vincenzo Visco.
Gli incentivi approvati ieri completano le agevolazioni per le imprese e per i pannelli solari nelle scuole, con uno stanziamento complessivo di circa 60 milioni di euro che si affiancherà al nuovo sistema del “conto energia” appena approvato anche dalla conferenza Stato-Regioni. I pannelli renderanno più ecologici anche gli istituti penitenziari, mentre un’iniezione di fondi aiuterà la ricerca di settore.
«L’obiettivo è di arrivare entro 10 anni a 3mila megawatt di solare, moltiplicando per 100 l’attuale deludente bilancio» afferma Pecoraro, che annuncia un seminario governativo sui danni dell’effetto serra al nostro ecosistema, in particolare alle zone costiere.
Sullo sfondo c’è la grana del piano italiano per l’allocazione delle quote Kyoto, approvato per decreto il 18 dicembre e formalizzato nei giorni scorsi con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale nonostante la Ue ci abbia nel frattempo chiesto di modificarlo rendendolo più stringente. Dovevamo ripresentarlo in questi giorni. Abbiamo ottenuto da Bruxelles una settimana di proroga.
Il piano italiano «è insufficiente e va rivisto prima che venga bocciato» incalza il sottosegretario all’Economia Paolo Cento. Che ha immediatamente accolto la proposta di Ermete Realacci, presidente (per la Margherita) della commissione Ambiente della Camera: d’ora in poi il documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) dovrà contenere un allegato che che «dia conto degli impegni sull’ attuazione del protocollo di Kyoto e delle misure che si intendono adottare».
Fonte:
IL Sole 24 Ore
Federico Rendina