L’inverno mite raffredda la corsa dei prezzi
09/01/2009
L’inflazione ad aprile scende all’1,5%. Le alte temperature hanno favorito il ribasso dei combustibili
La rilevazione dell’Istat conferma la diminuzione del costo del gas e dell’elettricità. In controtendenza i beni alimentari
di LEONARDO VENTURA
I CONSUMATORI italiani devono ringraziare il caldo se il potere d’acquisto dei salari e stipendi sarà meno soldi per gli acquisti. Ad aprile il tasso d’inflazione misurato dall’Istat è sceso all’1,5%, dall’1,7 di marzo, il livello più basso dal giugno del 1999. E la voce che ha determinato in maniera preponderante il rallentamento del carovita è l’energia, su cui hanno inciso la stagione mite, con temperature più alte della media, e i consumi ridotti di combustibile per riscaldamento. Non va così per altri beni, in particolare gli alimentari, i cui aumenti preoccupano le associazioni dei consumatori.
Ma l’andamento generale è positivo e «incoraggia consumi e crescita», ha osservato ieri il ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, anche se bisogna tenere sempre alta l’attenzione, «riducendo componenti improprie e vigilando su comportamenti speculativi, sempre possibili nei diversi settori». Soddisfatta Confesercenti, perchè «prezzi più bassi aumentano il potere d’acquisto delle famiglie», mentre è più prudente Confcommercio, che giudica «incoraggianti» i dati, ma vi legge anche una «debolezza della domanda di consumi delle famiglie».
Tornando all’energia, da sola la spinta proveniente da questa voce ha contribuito per circa un decimo di punto al rallentamento dell’inflazione. Nel complesso, in base alla stima preliminare diffusa ieri dall’Istat, ad aprile i prodotti energetici hanno registrato una crescita dello 0,5% rispetto a marzo e una diminuzione dello 0,1% rispetto ad aprile 2006, quando la tendenza era opposta rispetto a quella attuale e la crescita fu del +2,3%.
Più in dettaglio sono le tariffe elettriche e del gas, a frenare, con un calo dell’1,5% rispetto a marzo. Su base annua l’aumento è del 2,9%, di gran lunga inferiore al +7,2% registrato a marzo. In discesa del 2% su marzo i prezzi del gasolio per uso domestico. Tra le altre voci in brusca frenata, spiccano i medicinali (-5,8% sull’anno), confermando una tendenza degli ultimi mesi, le apparecchiature telefoniche (-16,7%) che incidono sulla discesa del 10% registrata dal capitolo comunicazioni, e le tariffe aeree, con una diminuzione del 10,4%.
Diverso il trend degli alimentari. Nel complesso il capitolo che raggruppa alimentari e bevande analcoliche denuncia un rialzo dello 0,4% congiunturale e del 2,7% tendenziale. Sono soprattutto i beni non lavorati a trainare l’aumento, con una crescita su base annua del 3,9% per gli ortaggi e del 4,9% per la frutta. Non è escluso che anche qui pesi, con esiti opposti, l’effetto meteo. Ma per le associazioni dei consumatori c’è dell’altro.
Il Codacons parla di «speculazioni» tra il prezzo all’origine e quello finale dell’ortofrutta, con «incrementi fino al 1000%» e conseguenze soprattutto per i ceti medio-bassi. Ancora più critiche Adusbef e Federconsumatori, che giudicano i dati Istat «non aderenti alla realtà di milioni di famiglie».
Fonte:
Il Tempo
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