Liberalizzazioni, sciopero nazionale dei taxi l’11 luglio
09/01/2009
Roma, 1 lug. (Adnkronos/Ign) – I tassisti incroceranno le braccia martedì 11 luglio per protestare contro la liberalizzazione delle licenze annunciata ieri dal governo. Per l’11 luglio, riferisce il segretario dell’Unica Taxi, affiliata alla Filt Cgil, Nicola Di Giacobbe, ”abbiamo indetto con le altre organizzazioni sindacali uno sciopero nazionale. A Roma è prevista una manifestazione da piazza della Repubblica a piazza Venezia e un presidio sotto Palazzo Chigi”. Lo sciopero è stato indetto da Unica-Cgil, Cisl-Taxi, Ugl-Taxi, Ata-Casa, Ait e Cna-Fita. Mercoledì 5 luglio, invece, è prevista un’assemblea dei tassisti romani al Circo Massimo.
Sul piede di guerra anche l’Avvocatura italiana contro la liberalizzazione delle professioni. ”A fronte di tali provvedimenti, certamente illiberali nel metodo, errati nel merito e viziati da evidenti profili di incostituzionalità”, l’Avvocatura riafferma ”la profonda consapevolezza del proprio ruolo sociale, solennemente riconosciuto dalla Carta Costituzionale, e proclama lo stato di agitazione preannunziando forti iniziative di mobilitazione della categoria e di sensibilizzazione dei cittadini”. Tutte le componenti dell’Avvocatura istituzionali e associative si riuniranno a Roma il 5 luglio alle 10.30 presso la sede del Consiglio Nazionale Forense.
Intanto resta acceso il dibattito politico e nell’opposizione pareri positivi giungono dall’Udc. ”Apprezzo queste prime misure di liberalizzazione. E’ chiaro che hanno valore se sono l’inizio di un cammino e non l’illusione di un traguardo già tagliato – sottolinea in una nota il senatore centrista Marco Follini – credo che l’opposizione debba sfidare la maggioranza sulla trincea di liberalizzazioni più incisive e non invece dalla postazione di difesa degli interessi corporativi. Tra noi e loro la sfida dovrà essere sul terreno della concorrenza”.
Invita la Cdl a prendere in considerazione il piano di liberalizzazioni varato ieri dal governo Prodi anche un altro esponente dell’Udc, Bruno Tabacci, per il quale si tratta di ”provvedimenti che vanno nella direzione giusta. Ora toccherà a tutto il Parlamento, con spirito bipartisan, difendere la filosofia generale. Io ho scritto il capitolo delle liberalizzazioni nel programma della Cdl e ogni passo in quella direzione va apprezzato”.
Di segno decisamente contrario il giudizio espresso da Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che oltre a chiedersi ”dov’è la manovra correttiva” (”la manovra non c’è, quindi il buco non c’è mai stato”, afferma ) sostiene che ”è stato abile però il ministro Bersani: è riuscito a coprire sui giornali e sulle tv le bugie del governo Prodi con un provvedimento solo all’apparenza scintillante ma che produrrà dubbi o scarsi effetti nel tempo e che ha già suscitato l’irritazione di molte categorie produttive”.
L’affondo arriva poi da Francesco Storace, senatore di An, che parla di un ”decreto legge che umilia farmacisti e taxisti e che è stato approvato senza neppure ascoltarli né ovviamente concertando alcunché” e auspica che il presidente della Repubblica, nell’atto di firmare il decreto legge, ”voglia chiedere al governo di stralciare le norme sulla cosiddetta liberalizzazione che riguarda i due settori”.
”L’art. 77 della Costituzione – avverte Storace – è fatto a pezzi, non ci sono ragioni né di necessità né di urgenza per procedere a colpi di decreto. Il governo ha il diritto di proporre i suoi programmi, ma davvero è ingiustificato, oltre che grave nel merito, procedere per forzature istituzionali e magari anche con il voto di fiducia”.
Sulla stessa linea Roberto Castelli, capogruppo della Lega al Senato, che bolla il ‘pacchetto’ Bersani come ”una finta riforma voluta dal governo Prodi, un inganno che porterà esclusivamente danni” e ”per quanto riguarda i professionisti è anche incostituzionale perché va da sé che una riforma così importante non si può fare per decreto legge non essendoci alcuna ragione d’urgenza”.
Ma il governo non ha nessuna intenzione di fare retromarcia sul decreto poiché ”va verso la modernizzazione del Paese”. Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, rispondendo a chi gli chiedeva se le proteste generate dalle misure varate ieri potrebbero portare a delle modifiche.
E un invito al governo a ”resistere, resistere, resistere contro i ricatti e le proteste che le lobbies metteranno sicuramente in campo” giunge dal presidente del Codacons, Marco Maria Donzelli, che plaude alle decisioni di un esecutivo che ”finalmente ha scelto di stare dalla parte dei malati e non dei farmacisti, dei clienti e non dei professionisti, dei correntisti e non delle banche, dei passeggeri e non dei taxisti, insomma, in una parola, dalla parte dei consumatori”.
Mentre la Confcommercio chiede che ”si apra subito un tavolo di confronto sui contenuti del ‘pacchetto’ Bersani e sul ‘pacchetto’ Visco per definire, insieme, modifiche e miglioramenti a vantaggio di tutti, imprese e consumatori”.
La manovra bis, che contiene anche il ‘pacchetto’ sulle liberalizzazioni, sarà presentata lunedì alla firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per poi essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Fonte:
IGN Economia