L’hi tech italiano punta all’estero

09/01/2009

Una cooperazione per portare l’hi-tech italiano oltre confine. È questo l’obbiettivo dell’accordo siglato ieri tra il Dipartimento per il Commercio Estero del Ministero alle Attività Produttive e la Federcomin, finalizzato a promuovere uno dei settori più vivi del made in Italy, l’information and comunication technology (Ict).

In sostanza, le due parti si impegnano a cofinanziare al 50% i progetti di internazionalizzazione e di promozione all’estero delle imprese attive nella cosiddetta ‘Italia immateriale’, settore che negli ultimi mesi ha sofferto a causa di un’eccessiva frammentazione imprenditoriale.

Per la scelta dei paesi inoltre, sono stati considerati prioritari i mercati oggi al centro delle scene internazionali: si inizia con la Cina, per poi approdare in Russia e in Turchia. “Mercati che stanno crescendo di più e che maggiormente trainano il made in Italy”, ha spiegato il vice ministro con delega al commercio estero Adolfo Urso. “L’accordo – ha poi aggiunto – servirà senz’altro a testimoniare all’estero l’immagine delle nostre capacità innovative, ma in questo caso mi auguro che possa servire anche per stimolare l’intero sistema imprenditoriale italiano ad investire in maniera trasversale nelle nuove tecnologie dell’Ict”.

Intesa che per le imprese si traduce in un trampolino di lancio sui mercati stranieri: imprese che spesso da sole non trovano mezzi e canali per operare oltre confine. “La firma di questo accordo – ha dichiarato il Presidente di Federcomin Tripi – cade in un momento particolarmente importante per il futuro del Sistema-Paese. Si discute molto sull’italianità delle imprese e sulla sfida competitiva. Le regole del mercato esigono la capacità di risolvere questi problemi con uno sforzo reale sui mercati internazionali”.

Miaeconomia
14/4/2005