L’export italiano a picco, mai così male dal 1986
19/03/2009
Roma – Mentre la crisi economica procede inesorabile nella sua opera di destabilizzazione dei mercati mondiali, l'Italia deve iniziare a fare i conti con alcuni dati incontrovertibili. Secondo le stime dell'Istat infatti a gennaio le esportazioni sono diminuite nel complesso del 25,8% rispetto a gennaio 2008 e del 5,9% rispetto a dicembre scorso. Con il saldo commerciale risultato negativo per 3,585 miliardi di euro, anche se in miglioramento rispetto al disavanzo di 4,105 miliardi di euro dello stesso mese del 2008, si è registrato il dato tendenziale peggiore dal dicembre del 1986. In particolare negli ultimi tre mesi, rispetto ai tre mesi precedenti, c'è stata una flessione pari al 10% per le esportazioni e al 10,4% per le importazioni. In calo anche le importazioni che scendono del 24,1% su base annua, e dell'1,5% su mese.
Per quanto riguarda le esportazioni, l'andamento negativo ha colpito tutti i raggruppamenti principali per tipologia di beni: energia (-49,3%), beni strumentali (-28,6%), prodotti intermedi (-28,5%) e beni di consumo durevoli (-27%). A quanto si evince dai dati Istat le flessioni maggiori si sono registrate per coke e prodotti petroliferi raffinati (-56,1%), mezzi di trasporto (-38,8%, con una contrazione al loro interno degli autoveicoli del -49%), sostanze e prodotti chimici (-35,5%), prodotti tessili (-32,4%), mobili (-29,6%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-28,2%), altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-27,2%) e macchinari ed apparecchi n.c.a. (-27%). "È emergenza export – ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero Adolfo Urso, commentando i dati Istat – e serve un sostegno straordinario del governo. Questa deve essere la priorità perché il Paese non riparte se non riparte il made in Italy. Per le nostre esportazioni, dopo una crescita a somma positiva ininterrotta dal 2004, quest'anno inizia davvero male, con una brusca frenata (-25%), figlia della crisi internazionale e del crollo della domanda mondiale". Anche il futuro non sembra racchiudere nulla di buono per l'export del Belpaese. "Purtroppo sarà un semestre molto difficile – ha proseguito Urso – e proprio per questo è necessario sostenere le imprese che sono cresciute nei mercati internazionali, che sono certamente quelle più attive, dinamiche, competitive che proprio per essere in prima linea sono quelle che soffrono maggiormente la recessione globale. Per loro occorre mettere in campo un piano nazionale di sostegno straordinario all'export. L'analisi dell'Osservatorio economico del Ministero – ha detto il sottosegretario – certifica una crisi per l'export molto dura fino a settembre, poi nella parte finale dell'anno il dato tendenziale negativo dovrebbe cominciare a virare verso il segno positivo, ma la ripresa ci sarà solo a partire dal 2010". L'unico modo per affrontare la grave situazione è attraverso un lavoro in sinergia tra gli enti preposti. "In questo anno difficilissimo occorre mettere in sinergia le risorse degli enti strumentali: Ice per la promozione, Sace che deve aumentare i plafond di assicurazione al credito anche verso quei Paesi che più soffrono per la crisi economica, e Simest che deve avere rifinanziata in Parlamento la legge 295 per il credito all'export. Questa diminuzione delle nostre esportazioni – ha concluso Urso – si colloca immediatamente alle spalle di quella della Germania che ha subito a gennaio una flessione del 20,7%, ma appare più contenuta rispetto ai tracolli che hanno subito le esportazioni di altri paesi esportatori netti come quelli asiatici: Giappone (-46,3%), Corea del Sud (-32,8%) e Taiwan (-44,1%), ovvero quelle tigri che hanno smesso di correre".
Preoccupazione per l'attuale condizione dell'export italiano è stata espressa anche dal segretario generale di Assocamerestero Gaetano Fausto Esposito. "La crisi economica internazionale – ha detto – sta condizionando fortemente le nostre esportazioni anche se in questa fase è opportuno concentrarsi sugli andamenti congiunturali, che evidenziano una flessione (-5,9%) comunque in linea con quella dei principali competitor europei, ad un tasso analogo a quello del Regno Unito (-4,3%) e inferiore a quello della Francia (-8,1%). Particolarmente colpiti risultano i mezzi di trasporto (-38,8%), con un valore delle vendite pari a 1,2 miliardi di euro, che vedono ridursi il proprio contributo all'export italiano di circa 5 punti percentuali (passato, in termini di quota, dal 12,6% del gennaio 2008 al 7,8% dello stesso periodo 2009). Anche la meccanica registra un'analoga riduzione della propria quota sull'export complessivo italiano (di 4,4 punti percentuali), che porta le esportazioni ad attestarsi sul valore di 1,9 miliardi di euro, in calo di circa 700 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno". Nonostante la crisi generalizzata comunque le imprese italiane stanno reagendo bene. "Resta il fatto – ha aggiunto Esposito – che, guardando con una prospettiva più ampia ai comportamenti degli operatori sui mercati esteri, negli ultimi due anni le imprese italiane hanno comunque mostrato una buona propensione a riposizionarsi anche nell'area extra-europea, riuscendo ad acquisire posizioni di leadership in alcuni comparti. Nel 2008 l'Italia si conferma primo esportatore europeo verso i Paesi extra Ue nel settore della moda-persona, con una quota pari al 62%, che rappresenta oltre i due terzi dell'export dell'Ue a 27, distaccando di gran lunga la Spagna (8%). Inoltre, nello scorso anno si sono registrati buoni risultati per l'arredo, grazie ad un export pari a 4,7 miliardi di euro, circa un terzo delle esportazioni europee del settore. Infine, per quanto riguarda la meccanica, l'Italia occupa il secondo posto tra gli esportatori europei, con una quota di circa il 17% e un valore delle vendite pari a 39,2 miliardi di euro, preceduta solo dalla Germania (37%, 87,6 miliardi). Per l'elettronica, si registra un incremento delle vendite di 1,4 punti percentuali, superiore a quello della Germania (+0,3%), a fronte di un decremento che, invece, interessa Francia (-3,9%) e Regno Unito (-5,3%)".
Appare meno catastrofico Claudio Scajola, ministro per lo Sviluppo economico, il quale commentando i dati forniti dall'Istat sull'export italiano a margine del convegno di Manifutura a Pisa, ha dichiarato che essi "erano già noti, e l'Istat non ha potuto fare altro che certificarli. Mi pare che parliamo sempre delle stesse cose – ha affermato – sono dati negativi conosciuti e oggi certificati, c'è una situazione economica complessa che colpisce l'Italia meno di altri Paesi, perché l'Italia ha una manifattura più forte che dobbiamo salvaguardare e valorizzare".
Fonte:
News ITALIA PRESS