«L’Europa ha perso la spinta. Ripresa da Cina, India e Brasile»
13/10/2009
«Nei prossimi anni la ripresa non verrà dalla Germania, che speriamo di battere velocemente, non dagli Stati Uniti, non dall'Europa occidentale, ma verrà da Cina, India e Brasile». Lo ha detto a Trieste intervenendo ai lavori dell'Assemblea generale pubblica di Confindustria la presidente Emma Marcegaglia. «Confindustria stima che l'anno prossimo la ripresa del commercio mondiale sarà dell'11,7%, mentre la ripresa delle esportazioni italiane sarà del 4,5. Perchè noi siamo ancora evidentemente forti verso Germania, Stati Uniti e Europa occidentale, ma non altrettanti forti rispetto agli altri paesi».
La presidente di Confindustria ha inoltre detto che «l'Europa ha esaurito la spinta verso l'innovazione», rischia che «prevalga la burocrazia, per cui uscirà dalla crisi dopo altri Paesi». «Noi siamo europeisti veri, convinti, credo però che vada anche detto con chiarezza che l'Europa è stata un po' una grande assente in questa crisi», ha aggiunto. Secondo la numero uno di Confindustria «l'Europa non ha avuto la capacitá di portare avanti un grande progetto, non ha avuto la capacitá di imporre un'agenda a livello internazionale per cercare di fare uscire anche l'Europa dalla crisi».
Marcegaglia, parlando invece della situazione politica italiana, ha detto che «questo governo deve andare avanti con la responsabilità delle riforme, ma deve farlo con ancora più decisione». Per la presidente di Confindustria «c'è bisogno di un Paese che si concentri sulla crisi in atto. Il governo non cade se non lo fanno cadere i cittadini con il voto. Per cui occorre rimbalzare le polemiche ma agire concentrandosi sulla crisi, sulle cose concrete e vere che il Paese si aspetta».
In particolare, sulle riforme istituzionali, per la Marcegaglia «il tempo non è una variabile indipendente». Bisogna che maggioranza e opposizione riescano a «superare i vincoli che non ci permettono di andare avanti. Le riforme dello Stato – ha precisato – devono ridurre la spesa pubblica, le burocrazie e gli enti inutili; questo tema è il leit motiv di molti convegni, ma finora – ha sottolineato – i passi avanti sono stati ancora troppo pochi».
Sulle grandi infrastrutture «ci vuole trasparenza e confronto», ma «bisogna decidere lasciando da parte i piccoli gruppi contrari». «Dopo un certo tempo – ha sottolineato la Marcegaglia- arriva il momento di decidere, ancor più se si tratta di grandi opere. In passato questo è mancato, ma ora è forte la consapevolezza che non si può più andare avanti così. È venuto il momento che da cittadini e imprenditori ci sia un'attività di denuncia quando piccoli gruppi – ha concluso – bloccano infrastrutture fondamentali per la competitività del Paese».
Fonte:
Il Sole 24 Ore