Letteratura, Nobel a Doris Lessing
09/01/2009
La scrittrice inglese considerata suo malgrado un punto di riferimento delle femministe ha 88 anni
Era fuori dalla lista dei papabili di quest’anno ma Doris Lessing era da tempo in odore di Nobel: un riconoscimento atteso da decenni. E alla veneranda età di 88 anni (li compirà tra qualche giorno, il 22 ottobre) eccolo arrivato. La scelta dei quindici saggi dell’Accademia di Svezia (mancavano i due dissidenti) è caduta infatti sulla scrittrice inglese nata in Iran e cresciuta in Africa (la sua famiglia si trasferì nella colonia inglese della Rhodesia del Sud, l’odierno Zimbabwe, nel 1925). L’accademia ha definito l’autrice una «cantrice delle esperienze femminili, che con scetticismo, fuoco e potere visionario ha osservato una civiltà divisa». Si tratta della 34esima donna a vincere un Nobel e l’undicesima a ottenere quello per la letteratura nei 106 anni del premio. «Siamo assolutamente felici ed è molto meritato», ha detto in una nota l’agente di lunga data della scrittrice, Jonathan Clowes.
Le sue opere sulla vita nell’Africa inglese sono piene di compassione sia per le infruttuose vite dei coloni britannici sia per le sfortune degli indigeni: a partire da «L’ erba canta» (1950), il suo primo romanzo, autobiografico, che racconta il fallimento di una coppia di bianchi che si oppone alla società coloniale.
IL LIBRO DEL SUCCESSO – «Il taccuino d’oro» pubblicato nel 1962 è il romanzo la fece entrare nella rosa dei possibili candidati al Nobel. Un diario, protagonista Anna Wulf, donna che cerca una via d’uscita dal caos, dall’ipocrisia e dallo stordimento della sua generazione. Un libro
considerato un classico della letteratura femminista da molti critici ma non dall’autrice. Quando una volta le chiesero perché, rispose: «Quello che le femministe vogliono da me è qualcosa che loro non hanno preso in considerazione perché proviene dalla religione. Vogliono che sia loro testimone. Quello che veramente vorrebbero dirmi è “Sorella, starò al tuo fianco nella lotta per il giorno in cui quegli uomini bestiali non ci saranno più”» disse al New York Times nel 1982. E più di recente, in un’intervista al Corriere della Sera: Anna Wulf voleva «vivere come un uomo», ma oggi le donne sono «presuntuose, farisaiche» e «spaventano gli uomini». Meglio perderle.
L’ULTIMO ROMANZO A 85 ANNI – Dopo alcuni romanzi di fantascienza che la allontanarono dalla rosa dei papabili per il Nobel, nel 1984 è tornata al realismo con «I diari di Jane Somers» (Feltrinelli). Nel 2002 è uscito «Il sogno più dolce» (Feltrinelli). L’ultimo libro lo ha pubblicato tre anni fa, a 85 anni: «Le nonne» (Feltrinelli), dove racconta l’amore al tempo delle nonne che prende spunto da «una storia vera che un ragazzo mi ha raccontato» ha spiegato al Corriere. Tra i suoi libri più famosi ci sono anche «Memorie di una sopravvissuta» (Memoirs of a survivor, 1974), «Racconti» (Stories, 1978) e soprattutto il ciclo di romanzi intitolato «Canopous in Argos: archivi» (Canopous in Argos: archives, 1980), che sono ambiziosi e suggestivi annali di mondi futuri, in cui letteratura tradizionale e fantascienza si intrecciano.
GIOVINEZZA TURBOLENTA – A cinque anni fu portata in Rhodesia, oggi Zimbabwe, dai genitori che tentavano (invano) l’ avventura coloniale. Entrò in collegio ma ne scappò a 13 anni quando pubblicò in Sud Africa i due primi racconti. A 15 era già fuori casa, a 19 sposata, subito madre di due figli, e pochi anni dopo di nuovo sola, a Salisbury. Indomita, insofferente, incontrò al Left Book Club, circolo di comunisti, Gottfried Lessing: lo sposò, e pure da lui ebbe un figlio, Peter. Un disastro: lei era comunista («Allora tutti lo erano: non si conoscevano altre persone»), ma si ravvide vivendo con un vero comunista. Nel 1949 prese Peter e venne a Londra: trentenne, era libera.
Fonte:
Corriere della Sera
11 ottobre 2007