Le imprese a caccia di cervelli

09/01/2009

Aumenta la richiesta di laureati e diplomati –
Le aziende: l’elevato costo del lavoro frena le assunzioni.

ROMA • Più lavoro per laureati e diplomati anche se il tasso di crescita dell’occupazione rallenta rispetto al 2003. Un incremento dei posti di lavoro più marcato al Sud rispetto alle altre aree del paese. Nuove assunzioni concentrate soprattutto nelle imprese al di sotto dei 50 dipendenti. Questa la fotografia sull’andamento del mercato del lavoro italiano nel 2004 secondo il sistema informativo Excelsior.

I dati dell’indagine realizzata da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (su un campione di oltre centomila imprese con almeno un dipendente) sono stati presentati ieri presso la sede dell’associazione delle Camere di commercio. Inchiesta che per questo ha evidenziato come il 26% delle realtà produttive intervistate si è detto pronto a creare nuovi posti di lavoro.

Una percentuale che salirebbe al 35,5% se le imprese potessero operare in uno scenario con una pressione fiscale ridotta (fattore avvertito in particolar modo nelle regioni meridionali) e con un costo del lavoro più contenuto (argomento che sta molto a cuore alle imprese del Nord-est e del Centro). A fine anno il saldo occupazionale dovrebbe essere in attivo di 136.629 unità, risultante da 673.763 entrate e 537.134 uscite.

In termini relativi, un +1,3% a fronte del +2,4% previsto nel 2003 e poi confermato dal consuntivo Istat. A pesare l’aumento delle uscite (5,1%), con le entrate (+6,4%) che invece si attestano sui valori degli ultimi anni. I nuovi posti di lavoro saranno concentrati nelle imprese con meno di 50 dipendenti (+4% fino a nove dipendenti e +1,1% in quelle da 10 a 49 dipendenti). Ancora in discesa l’occupazione nelle grandi imprese (-0,2%), specialmente per quanto riguarda il settore industriale.

Saranno il commercio (con un saldo attivo di 36mila unità) e l’edilizia con il suo indotto (31mila occupati in più) a incidere sulla creazione di nuovi posti. Bilancio negativo per la moda (6.500 posti in meno) e per la produzione di macchine elettriche, elettroniche e di strumenti di precisione. Al Sud il tasso di crescita più sostenuto: +2,6%, il doppio della media nazionale. Le performance migliori, come ha precisato anche il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, in Calabria (+3,6%) e in Sicilia (+3,1%). Fanalini di coda Lombardia (+0,7%) e Piemonte (+0,6%).

Buone notizie per chi non si è fermato alla scuola dell’obbligo. L’8,4% del totale degli assunti (56.500 persone) sarà costituito da lavoratori in possesso di laurea, con un incremento dell’1,9% rispetto alle previsioni del 2003. Per Aviana Bulgarelli, direttore generale dell’ufficio orientamento e formazione del Ministero del Lavoro, «è difficile parlare di inversione di tendenza, ma si tratta di un segnale forte sulla crescita qualitativa delle i mprese». In testa alle richieste i laureati in indirizzi economicocommerciali, paramedici (per effetto della trasformazione del welfare con l’ area del «privato sociale» in forte crescita), ma anche i laureati in discipline umanistiche. La spiegazione, secondo Carlo Gagliardi (direttore del centro studi Unioncamere), va ricercata nelle capacità «relazionali, comunicative e creative» richieste dalle nuove professioni a sostegno delle reti e dei mercati. Cresce il lavoro, ma è lavoro a tempo indeterminato (+2% rispetto al 2003).

Tra i contratti flessibili, le imprese preferiscono i rapporti a tempo determinato (+8%). Non prende piede il part-time, soprattutto nei settori industriali al Sud. «É la risposta a tutte le cassandre secondo cui la flessibilità introdotta dalla legge Biagi doveva equivalere a precarietà» ha commentato nel suo intervento Maurizio Sacconi. Per il sottosegretario al Lavoro «c’è un vero mercato occupazionale solo in presenza del maggior numero possibile di operatori». In questo senso vanno «le autorizzazioni alle agenzie private per il lavoro a partire da luglio» e la Borsa per il lavoro su base regionale che «ad ottobre partirà con un primo nucleo al quale si agganceranno i privati».

Il Sole-24 Ore
GIOVANNI PARENTE