La rivoluzione della scuola: obbligatoria fino a 18 anni
09/01/2009
Via libera del consiglio dei ministri al decreto attuativo
Passa anche l’alternanza tra studio e lavoro per gli studenti dai 15 anni
ROMA – Tutti a scuola fino a 18 anni e lavoro alternato alla scuola. Si riferiscono a questi punti i due decreti legge approvati oggi dal Consiglio dei ministri che prevedono l’obbligo scolastico e formativo fino a diciotto anni e percorsi di alternanza fra scuola e lavoro per gli studenti a partire dai 15 anni.
Il primo provvedimento disciplina il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione e già dal prossimo anno scolastico ci saranno all’interno del sistema di istruzione e formazione oltre 30.000 ragazze e ragazzi in più. Lo ha specificato il ministro Letizia Moratti che ha commentato il provvedimento appena approvato sottolineando che la norma di legge eleva “l’obbligo all’istruzione e alla formazione per tutti dai nove anni precedenti a dodici”. L’innalzamento dell’obbligo sarà progressivo e già dal prossimo anno salirà da nove a dieci anni. Per raggiungere questo obiettivo, ha spiegato il ministro, vengono investiti circa 16 milioni di euro l’anno, tratti dalla finanziaria 2004, per l’esenzione dalle tasse e per l’incremento delle spese di funzionamento. A seguire, per garantire l’innalzamento di un ulteriore anno di obbligo scolastico e formativo (da dieci a undici anni) saranno utilizzate risorse della Finanziaria 2005 per 25 milioni di euro.
Dal prossimo anno dunque, ha sottolineato il ministro, saranno inseriti nel sistema scolastico e formativo 30.000 ragazzi in più ogni anno che si aggiungeranno ai 90.000 già inseriti per effetto dell’innalzamento dell’obbligo di un anno già attuato e dei percorsi sperimentali di formazione professionale realizzati dalle regioni. Ancora, ha aggiunto, “vengono aumentate da 34 a 45 milioni, con un incremento di 11 milioni, le risorse destinate al completamento dei corsi sperimentali di istruzione e formazione professionale e all’attivazione del quarto anno”.
L’innalzamento del livello di scolarità, ha detto ancora Moratti, “avrà effetti positivi sui singoli studenti e più in generale sul sistema Paese. Tutte le statistiche nazionali e internazionali, infatti – ha osservato – concordano sul fatto che a livelli di istruzione e formazione più elevati corrispondono posti di lavoro più qualificati e più remunerati. Secondo L’Ocse – ha precisato – ad ogni anno di istruzione e formazione in più corrisponde un punto in più del Pil”.
La progressività dell’innalzamento dell’obbligo è un punto sul quale il ministro ha insistito: “la legge prevede complessivamente – ha specificato – l’innalzamento da nove a dodici anni; quest’anno sarà da nove a dieci, nel 2006 lo stanziamento in finanziaria ci consentirà di andare da dieci a undici e l’anno successivo da undici a dodici. L’innalzamento dell’obbligo – ha spiegato – significa innalzare le capacità di conoscenza e competenza dei giovani e quindi dar loro l’opportunità di un lavoro più qualificato e più remunerato”.
Numerosi gli impegni e le precisazioni che il decreto legislativo prevede e dispone: Fra l’altro parla espressamente della responsabilità dei genitori per l’adempimento del dovere di istruzione e formazione, dispone che siano i Comuni a vigilare sull’ottemperanza sia per quanto riguarda le scuole che i centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni, prevede servizi di orientamento delle scuole secondarie sulla base dei percorsi personalizzati di ciascun allievo con il coinvolgimento delle famiglie e delle istituzioni scolastiche e formative. Dispone inoltre sanzioni per i genitori inadempienti, l’esenzione da qualsiasi tassa di frequenza per le scuole statali e un sistema di monitoraggio congiunto dei ministeri dell’Istruzione e del Lavoro sull’attuazione del decreto con relazione triennale al Parlamento.
‘Vengono aumentate da 34 a 45 milioni, con un incremento di 11 milioni -sottolinea Moratti- le risorse destinate al completamento dei corsi sperimentali di istruzione e formazione professionale e all’attivazione del quarto anno”. Il secondo decreto approvato oggi prevede che gli studenti “che abbiano compiuto il 15esimo anno di età potranno realizzare i corsi del secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro, sia nei percorsi liceali sia in quelli dell’istruzione e formazione professionale. Questa particolare metodologia -si legge nella nota- serve a rendere l’apprendimento più attraente per i giovani, come raccomandato dall’Unione europea”.
La Repubblica
(24 marzo 2005)