La forza dei consumi spinge il Brasile
09/01/2009
Nel panorama internazionale c’è un paese emergente che è riuscito a soddisfare i criteri richiesti per soddisfare la teoria del decopupling ( che ipotizza la raggiunta maturità di alcuni mercati emergenti e la capacità di seguire un trend autonomo da quello delineato dai paesi industrializzati). Il Brasile, governato da Lula Da Silva, sta sperimentando una fase di crescita economica stabile ed elevata, accompagnata da un efficace controllo sulla dinamica dei prezzi al consumo. L’ottima performance macro-economica si è riflessa anche nel comportamento dell’indice Bovespa della Borsa di San Paolo del Brasile. Il listino brasiliano –a differenza di quelli cinesi e indiani, affossati dalla crisi creditizia internazionale e dai problemi di inflazione domestici- – è riuscito a chiudere in territorio positivo sia gli ultimi tre mesi (+20,88%) sia l’ultimo anno (+31,40%).
Le incertezze internazionali non hanno scalfito lo stato di salute sperimentato dal gigante sudamericano. I dati più recenti hanno confermato un tasso di crescita del 5,4% del Pil nel 2007, il livello più elevato degli ultimi quattro anni e due punti in più rispetto ai livelli registrati nel 2006. Dopo la diffusione di questi dati, le autorità della prima economia latinoamericana hanno chiesto a gran voce calma e moderazione, senza tuttavia mettere in dubbio la reale presenza di una combinazione di fattori favorevoli mai sperimentata prima di oggi: crescita stabile, tassi di occupazione in costante miglioramento e incremento del commercio con l’estero.
Le conferme del momento felice vissuto dal Brasile trovano fondamento anche nelle valutazioni delle parti sociali. La ‘Confederaciòn Nacional de la Industria’ ha portato le sue previsioni di crescita per fine anno al 5%. La Banca centrale è meno ottimista e scommette su un incremento annuo del 4,8%. La media dei pronostici formulati dagli economisti locali si posiziona al 4,5%.
La chiave della crescita si basa sul forte consumo interno . Dopo il +6,5% registrato nel 2007, la spesa delle famiglie potrebbe crescere del 7,5%. L’incremento –che altri studi settoriali hanno fotografato al 6%- si spiega con l’aumento dei salari e il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, incluse le classi più povere. Il trend dei consumi alimenterebbe la crescita della produzione industriale fino al 5% e anche l’andamento delle importazioni. I dati ufficiali indicano che gli acquisti all’estero sono cresciuti del 28,6% nel 2007.
L’agenzia di rating Fitch ha segnalato che il sistema bancario brasiliano è ben posizionato per assorbire la potenziale pressione derivante da una decelerazione economica perché ‘i fondamentali continuano ad essere forti e ben posizionati per sopportare una potenziale pressione sulle emissioni di titoli obbligazionari’. La crisi internazionale del settore finanziario non sembra preoccupare quello domestico in virtù dell’impulso fornito alle banche dalla crescita dei consumi e del credito.
Allo stesso modo, i report dedicati al paese sottolineano che nel caso di materializzasse uno scenario di ‘probabile recessione’ negli Stati Uniti, il Brasile potrebbe temporaneamente soffrire per la contrazione dell’attività economica mondiale in segmenti chiave come le materie prime. Nell’area finanziaria i problemi potrebbero arrivare da un’impennata dell’avversione al rischio degli investitori verso le economie emergenti. In tutti i casi, le previsioni indicano che le esportazioni potrebbero crescere del 24% e i flussi di investimento esteri del 10%.
Ma il risultato più importante conseguito dall’Esecutivo di Lula è il controllo dell’inflazione, uno dei grandi problemi endemici del Brasile. Nel 2007, i prezzi sono cresciuti del 4,1%, al di sotto dell’inflation target (4,5%) fissato dalle autorità. Per il 2008, tutti concordano che saranno mantenuti questi livelli. I timori si concentrano sulla possibilità che il buon andamento dei consumi finisca per avere ripercussioni negative sui prezzi, alimentati anche da tassi di interesse calanti (attualmente all’8%). Gli altri fattori che potrebbero incidere sono l’incremento dei prezzi internazionali dei combustibili e la sensibile rivalutazione della divisa locale, il Real, rispetto al Dollaro Usa.
Fonte:
Fondionline
di Rocki Gialanella