La crisi continua: l’Aiea decide sull’intervento Onu
09/01/2009
Giornata forse decisiva per la crisi nucleare iraniana quella del 6 marzo a Vienna: il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Mohammed El Baradei presenta al Consiglio direttivo il rapporto sui programmi nucleari di Teheran, assai critico per quel che riguarda la mancata cooperazione iraniana sull’arricchimento dell’uranio e dunque l’impossibilità per l’Agenzia di risolvere i dubbi sulla natura delle attività tenute nascoste per 18 anni.
La Rice «colomba», Bolton «falco». Il documento potrebbe servire come base per un intervento del Consiglio di sicurezza dell’Onu, sebbene non esista alcuna strategia comune prefissata sulle eventuali iniziative successive in tale sede: domenica il segretario di Stato americano Condoleezza Rice aveva affermato che non sono in agenda delle sanzioni di alcun tipo contro l’Iran, almeno in tempi brevi. Invece l’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite John Bolton – secondo quanto scrive il «Guardian» – parlando in via riservata con alcuni parlamentari britannici ha anticipato che, se la diplomazia non riuscirà a fermare il programma nucleare iraniano, sarà possibile ricorrere all’opzione militare. Bolton ha poi insistito sulla necessità di un intervento credibile da parte delle Nazioni Unite: «Un eventuale fallimento del Consiglio di sicurezza dell’Onu nella risoluzione dei problemi provenienti dall’Iran potrebbe tradursi nell’ultimo attentato alla credibilità del Consiglio», ha dichiarato l’ambasciatore. Si conferma pertanto che Bolton rappresenta l’ala più dura dell’Amministrazione Bush, con una posizione sul caso iraniano molto più rigida di quella della Rice.
Per quanto riguarda l’arricchimento dell’uranio a fini civili secondo l’Iran non c’è nulla da negoziare: lo ha ribadito oggi all’emittente radiotelevisiva francese Lci l’incaricato d’affari iraniano a Parigi: «Abbiamo già detto agli europei che in materia di ricerca non c’è niente da negoziare. È un nostro legittimo diritto» ha dichiarato Seyed Ali Moujani. L’Iran ha ripreso le attività di arricchimento dell’uranio alla centrale di Natanz lo scorso 10 gennaio.
Fonte:
Il Sole 24 Ore