La Corte europea: «Vietare l’Irap»

09/01/2009

Dopo la causa di una banca di Cremona contro l’Agenzia delle entrate

La sentenza in vigore solo a partire dalla fine dell’esercizio tributario durante il quale sarà pronunciata

LUSSEMBURGO – L’ avvocato generale della Corte di giustizia europea del Lussemburgo, Christine Stix-Hackl, nelle sue conclusioni rileva che la sesta direttiva sull’Iva vieta un’imposta come l’italiana «Irap», ma al tempo stesso l’avvocato propone che la sentenza della Corte produca i suoi effetti solo a partire dalla fine dell’esercizio tributario durante il quale essa sarà pronunciata. Effetti sul passato ci saranno solo per chi ha presentato ricorso entro il 17 marzo 2005.
L’avvocato Ue, nella causa partita dalla Banca Popolare di Cremona contro l’Agenzia delle entrate per ottenere il rimborso dell’Irap, rileva infatti che «risulta giustificata una limitazione nel tempo degli effetti della sentenza» e suggerisce che «sarebbe appropriato stabilire una data futura a partire dalla quale la sentenza della Corte produca effetti, concedendo in tal modo all’Italia il tempo per adottare nuove misure». «Non si può immaginare realisticamente – ha concluso l’avvocato – che le autorità italiane cambino il loro intero sistema di finanziamento regionale da un giorno all’altro».
14 marzo 2006