La Commissione UE:”Sforzi insufficienti per il debito”
09/01/2009
BRUXELLES – Luci e ombre nel rapporto della Commissione europea sull’andamento dell’economia negli Stati membri dell’Ue. Luci e ombre che si riflettono anche sulla valutazione dello stato di salute dell’azienda Italia. Secondo l’esecutivo comunitario, il nostro Paese ha fatto “sforzi insufficienti nel 2004” per garantire un “ritmo soddisfacente di riduzione del debito” ma ha anche compiuto “progressi nel mercato del lavoro, nello sviluppo regionale e nel miglioramento del quadro regolamentare per l’industria”.
Nel rapporto sull’applicazione dei Grandi orientamenti di politica economica 2003-2005 da parte degli Stati membri all’Italia sono dedicate in tutto 35 righe. Utilizzate per sottolineare che pur “evitando di poco di incorrere nella situazione di deficit eccessivo”, la “posizione di bilancio è peggiorata nel 2004 e il governo italiano ha continuato a affidarsi soprattutto a misure una tantum”. Un quadro da cui emerge un pericolo concreto: “C’è tuttora il rischio che il tetto del 3% sia stato superato nel 2004 o che sarà superato nel 2005”.
Bruxelles getta poi più di un’ombra sui tagli fiscali annunciati dal governo Berlusconi: “La progettata riduzione delle tasse per il 2005 e 2006 non è pienamente finanziata da tagli strutturali nella spesa corrente primaria”. Rilievi cui il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco ha risposto immediatamente: “Quello che ho spiegato ad Almunia è che dal 2006 e 2007 è tutto interamente coperto da misure strutturali”.
Il nostro Paese è comunque in buona compagnia. Nel rapporto si segnala che in 14 stati membri della Ue, tra cui l’Italia, la sostenibilità a medio e lungo termine delle finanze pubbliche è a rischio. Rilevando che nel 2004 altri otto paesi – oltre a Francia e Germania – hanno sforato la soglia di riferimento del 3% nel rapporto deficit-Pil, la Commissione evidenzia che “nessun progresso significativo” è stato realizzato in materia di riduzione del debito pubblico, che “resta superiore al 60% del Pil nella zona dell’euro e nella Ue”.
La Repubblica
28/1/2005