La Cina diventa il primo partner commerciale del Brasile
20/05/2009
L'aprile 2009 ha segnato un giro di boa fondamentale per Brasile e Cina: per la prima volta nella storia del Paese latino-americano la Repubblica Popolare è divenuta suo principale partner commerciale e primo importatore di beni brasiliani, scavalcando di netto gli Stati Uniti, precedenti detentori dell'apice del podio.
Un cambiamento di rotta di evidente importanza. Dopo tre secoli di egemonia portoghese, nel XIX° secolo era stata la Gran Bretagna ad accaparrarsi il predominio nei commerci con l'Impero brasiliano, approfittando dell'apertura dei porti carioca alle potenze marittime straniere. Più tardi, dal 1930 in poi, la Gran Bretagna aveva ceduto il suo posto agli Usa e l'odierno sorpasso cinese evidenzia senza dubbio la volontà asiatica – e segnatamente di Pechino – di affermare la propria preponderanza negli scambi commerciali con il gigante brasiliano e con l'America Latina in generale.
Già nel novembre 2008, l'intervallo temporale tra il vertice G20 di Washington e il summit Apec di Lima aveva consentito al Presidente cinese Hu Jintao di visitare alcuni Paesi latino-americani chiave e allacciare legami sempre più stretti con i loro governanti. Prima di tutto Cuba, che ha da sempre guardato alla Cina come alla Madrepatria ideologica; poi in Costa Rica, dove Hu Jintao aveva siglato ben 11 intese di cooperazione, inizializzando un rapporto di libero scambio che dovrebbe iniziare ad operare nel 2010. Infine in Perù dove, a latere del vertice Apec, la delegazione di Pechino aveva firmato un'intesa di libero scambio col Paese andino per approvvigionarsi di materie prime come acciaio, zinco e rame ed esportare prodotti cinesi a basso costo.
E ora è il Brasile. Il sorpasso cinese sugli Usa è dovuto alla contrazione del commercio statunitense col resto del mondo e alla grave crisi economica che tutt'ora il pianeta sta attraversando. Un fenomeno che intacca anche le relazioni tra i Paesi dell'Unione Europea nelle loro relazioni col Brasile.
Ma soprattutto, la predominanza di Pechino negli scambi commerciali con Brasilia evidenzia la continua escalation commerciale ed economica cinese. Le esportazioni del Brasile verso la Cina si sono moltiplicate esponenzialmente tra il 2000 e il 2008 con un aumento del 75% tra il 2007 e il 2008. Queste cifre hanno permesso al Brasile di registrare, durante i primi quattro mesi del 2009, un surplus commerciale doppio rispetto a quello riscontrato nello stesso periodo del 2009.
Tuttavia questi indicatori, a prima vista molto ottimisti, nascondono delle falle ancora molto preoccupanti. In effetti, la struttura delle esportazioni brasiliane verso la Cina è ancora insoddisfacente. La vendita delle materie prime o dei prodotti di base, come il ferro o la soia, divenuti meno cari a causa della svalutazione del real, è sensibilmente aumentata, ma è in declino quella dei beni lavorati o semi-lavorati. Dal suo canto, la Cina riversa sempre di più sul Brasile prodotti industriali soprattutto riguardanti il settore elettronico.
Oltre alla Cina, poi, le esportazioni del Brasile in Asia sono esplose, raddoppiando con Taiwan e la Corea del Sud. Se, come gli analisti prevedono, l'uscita dalla crisi privilegerà soprattutto l'Asia, il Brasile ha manifestato la sua volontà di aggregarsi al carro delle Potenze che dalla crisi emergeranno economicamente consolidate. Nel lungo periodo, infatti, il decollo degli scambi con quel continente significherà la migliore chance per il Brasile di proiettarsi sul mercato mondiale come una potenza economica finalmente competitiva su scala planetaria.
Fonte:
Ragionpolitica