Italiani schiacciati dal mutuo casa. Rate più care di mille euro a Roma
09/01/2009
prezzi delle abitazioni crescono anche se meno che in passato. Cresce ormai costantemente il costo del denaro. Le banche fanno la loro parte (lo ha sottolineato di recente il governatore di Bankitalia, Draghi, spiegando che nel Belpaese i mutui costano più che nel resto d’Europa). Gli stipendi, già mediamente bassi, rischiano di non bastare. È il preludio della bolla immobiliare? Secondo una ricerca del Centro Studio Sintesi di Venezia la preoccupazione è figlia dell’allarme sollevato d un incremento dei tassi di interesse che si trasferisce presto sui mutui.
Negli ultimi otto anni le famiglie italiane hanno più che quadruplicato (+326%) il loro indebitamento nei confronti del sistema creditizio per l’acquisto di immobili, in particolare nelle province del sud Italia (Vibo-Valentia +992,4%, Crotone +824,2%, Cosenza +604,2%, Pescara +563,7%). Gli italiani si indebitano sempre di più per comprarsi la casa, anche se forse è in atto un cambiamento, come dicono i dati dell’Osservatorio Banca della casa di Unicredit: -1,6% il dato sulle erogazioni di mutui nel primo trimestre 2007 rispetto ai primi tre mesi del 2006. Sinora l’aumento della consistenza dei mutui era stato certamente favorito dal livello estremamente basso dei tassi di interesse, successivo all’entrata in vigore dell’euro, ma ora si potrebbe arrivare ad una situazione insostenibile per le famiglie.
Accendere un mutuo costa oggi in media il 5,5% di tasso d’interesse annuo. Il rischio, però, è che i tassi continuino a salire, visto che la Bce vorrebbe nuovamente aumentare il tasso di riferimento di ulteriori 0,25 punti percentuali nel prossimo autunno. Tenuto conto che nel solo anno 2006 il rincaro è stato di oltre un punto percentuale (+1,25%), il Centro Studi Sintesi ha stimato il peso di questi incrementi all’interno del bilancio familiare, informazione particolarmente preziosa visto che le rate stanno assumendo dimensioni sempre più insostenibili per i redditi più bassi.
I dati appaiono alquanto preoccupanti. I finanziamenti concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni ammontano a 208 miliardi di euro di mutui nel 2006, con una variazione rispetto all’anno precedente del +13,3%, secondo stime elaborate su dati di Banca d’Italia: già questi numeri preliminari indicano che la tendenza alla crescita si è consolidata e non accenna a rallentare.
Quanto alle rate si prevede una crescita media annuale di 844 euro, che si tradurrebbe in un incremento mensile della rata di 70 euro. L’impatto maggiore si verificherebbe nelle regioni centrali, dove il rincaro annuale potrebbe raggiungere i 1.068 euro. Sono 12 le province italiane in cui l’incremento dovrebbe superare i 1.000 euro nel corso dell’anno; fra queste spiccano la capitale, Roma, con un rincaro di 1.512 euro, Pescara (+1.264 euro), Firenze (+1.213 euro) e Siena (+1.206 euro). Nella parte bassa della graduatoria, al di sotto dei 500 euro di aumento si osservano 22 province italiane; da segnalare i rincari contenuti previsti per le famiglie di Potenza, Vibo Valentia (+324 euro), Frosinone (+358 euro), Reggio Calabria (+361 euro), Enna (+372 euro), Agrigento (+374 euro) e Sondrio (+388 euro).
Tutto potrebbe cambiare se venisse confermata la tendenza più recente. Secondo l’Osservatorio mutui di Banca per la casa (gruppo Unicredit) è in flessione dell’1,6% il dato sulle erogazioni di mutui nel primo trimestre 2007 rispetto ai primi tre mesi del 2006. Complessivamente nei primi tre mesi dell’anno sono stati erogati mutui per 14,2 miliardi di euro. «La flessione dell’1,6% – sostiene l’Osservatorio di Unicredit) fa seguito alla sostanziale stabilità che era stata registrata nello scorso trimestre e indica un’inversione di tendenza rispetto alla costante crescita degli ultimi anni.
La flessione è stata particolarmente marcata nel Nord-ovest (-5,25%) e nelle Isole (-6,05%). Al contrario è continuata la crescita nel Nord-est (+1,58%) e nell’Italia centrale (+1,61%) mentre il Sud è sostanzialmente stabile (+0.04%). Guardando alle singole regioni, il mercato è nettamente calato in Valle d’Aosta (-28,7%), Sardegna (-15,7%) e Liguria (-9,59%) mentre è cresciuto in Trentino alto Adige (+23,41%), Umbria (+23,67%) e Molise (+16%).
Su una cosa Sintesi e Osservatorio di Banca per la Casa sono d’accordo: come ha spiegato l’amministratore delegato di Banca per la casa, Pasquale Giamboi, la risposta va ricercata soprattutto nei «continui rialzi dei tassi che hanno reso le famiglie più riflessive sulle decisioni di finanziamento».
Fonte:
Il Sole 24 Ore