Italiani insoddisfatti e più vecchi

09/01/2009

Finita la «ripresina» delle nascite, quasi un italiano su cinque ha più di 65 anni e gli over 80 rappresentano più del 5% della popolazione (la più vecchia nell’Unione europea). Siamo quasi 59 milioni ma solo grazie agli immigrati. Il 47% insoddisfatto della condizioni economica. Tempo libero: cresce Internet. I problemi più sentiti: parcheggio, smog, acqua.

Italiani sempre più vecchi – tra i più anziani d’Europa – destinati a vivere in case sempre più piccole, con sempre meno figli ed alle prese con un budget che non basta mai e che li vede ogni mese dover mettere in conto 2.400 euro, con i costi dell’abitazione in continua crescita e l’incubo del traffico, dello smog e dei parcheggi che supera le preoccupazioni per i rischio-criminalità.
Immagine desolante quella tracciata dall’Istituto di Statistica.

Consolazione? L’aumento del grado culturale: 3 italiani su dieci sono diplomati, il 9,1% ha la laurea – anche se sempre alle prese con il lavoro, la cui ricerca continua a penalizzare giovani, donne e sud.
E se continuano a sposarsi – con i matrimoni in comune che crescono a discapito di quelli in chiesa – secondo la fotografia scattata dall’Istat nell’Annuario Statistico 2006 diffuso oggi, gli italiani restano sempre insicuro sul buon andamento dell’unione: aumentano infatti le separazioni ed i divorzi (a riprova del dato Istat, anche l’Eures conferma che nel 2004 si sono contate oltre 128 mila separazioni e divorzi, cioè 352 sentenze al giorno, pari a più di una ogni 4 minuti.

Popolazione in crescita
Un’istantanea che vede la popolazione del bel paese, a fine 2005, sfiorare 59 milioni di persone (58.751.711 per l’esattezza), in crescita di circa 300 mila persone. Ma solo grazie all’aumento degli stranieri: il tasso di crescita della penisola torna infatti negativo (-0,2 ogni mille abitanti), con un saldo tra nati vivi e morti in ‘rossò per oltre 13 mila unità. Con sempre meno mamme: la fecondità scende infatti a 1,32 figli per donna (era 1,33).

E se qualche buona notizia arriva per gli uomini che vedono salire leggermente la loro aspettativa di vita, da 77,1 a 77,2 anni, per l’altra metà del cielo che rimane comunque il sesso più longevo, il dato si riduce: da 83 a 82,8 anni, secondo gli ultimi dati contenuti nel volume.
I suicidi calano ma solo grazie ai tentativi non riusciti: il numero di coloro che ci provano, sale infatti nel 2004 a 3.481 persone (erano 3.412 l’anno prima).
E se 7 su 10 considerano soddisfacente il proprio stato di salute, aumenta il consumo di farmaci, soprattutto per le donne.

Alla prese con un esercito di baby-ganster.
La microcriminalità continua a minare la sicurezza: il numero delle denunce di reati aumenta infatti, tra il 2003 ed il 2004, di quasi 78 mila unità. Con l’81% dei casi archiviato senza aver trovato il colpevole a fronte di 1,5 milioni di furti e ben 714 omicidi nel 2004.
Sono poi 13 mila i bimbi-criminali affidati ai servizi sociali: di questi il 17,4% stranieri, un altro 7,6% nomadi.

Problemi degli italiani: traffico, smog, acqua
Secondo l’annuario Istat, però, a preoccupare le famiglie italiane non è tanto la criminalità, quanto il traffico, la difficoltà di parcheggio e lo smog: questi i principali problemi quotidiani avvertiti. Al primo posto figura il traffico, indicato dal 45,2% delle famiglie italiane e seguito a breve distanza dai problemi di parcheggio (41%) e dall’inquinamento dell’aria (40%).
Ma non finisce qui. Il 35,8% delle famiglie non si fida a bere l’acqua del rubinetto, il 35% si lamenta per i rumore e il 34,1% per la sporcizia nelle strade.
Meno avvertiti restano i problemi relativi al rischio criminalità (31,3%) e mezzi pubblici (29,5%). Rispetto al 2005 scende la percentuale delle famiglie che si lamenta dei rumori, della sporcizia nelle strade, delle difficoltà di parcheggio e di traffico. La percentuale di famiglie che nel 2006 ha lamentato irregolarità nell’erogazione dell’acqua è stata pari al 13,6%, mentre la diffidenza nel bere acqua di rubinetto, seppure in discesa, appare ancora molto elevata con picchi in Sardegna (62%) e in Sicilia (61,7%).

Tanta tv, poche letture
Sul fronte dell’intrattenimento culturale resta in testa la televisione, stabili i giornali. Guardare lo schermo acceso almeno qualche giorno alla settimana continua ad essere una abitudine consolidata nel tempo fra la popolazione di tre anni e oltre (94,2%). Meno popolare la radio: il 63% degli italiani dichiara di ascoltare la «sorella povera» della tv almeno qualche giorno a settimana e di questi il 60,9% l’ascolta tutti i giorni.

La lettura dei quotidiani risulta stabile rispetto al 2005: il 58,3% degli italiani dai sei anni in su li legge almeno una volta alla settimana (58,1% l’anno scorso); ma le differenze fra nord e sud sono cospicue: nelle regioni del nord a leggere il giornale almeno una volta a settimana è il 65,6% contro un 47,6% delle regioni del sud, eccezion fatta per la Sardegna che ha un indice di lettura elevato, il 67,7%.
Ancor meno buona la percentuale dei lettori dei libri, sia pure con un leggero incremento rispetto all’anno scorso: il 44,1% dedica parte del proprio tempo alla lettura di volumi contro il 42,3% dell’anno scorso.

Buon rapporto con i new media
Cresce in misura notevole anche la percentuale di chi utilizza il personal computer: il 41,4% della popolazione che ha più di tre anni lo utilizza (contro il 39,9% di un anno fa) e il 34,1% (contro il 31,8% del 2005) di chi ha oltre sei anni naviga in Internet. L’uso del PC coinvolge soprattutto i giovani e raggiunge il livello massimo nella fascia di età tra i 15 e i 17 anni (79,7%). Dai 18 anni in su la percentuale, pur mantenendosi elevata, comincia a diminuire gradualmente fino a raggiungere l’1,4% di utilizzatori fra chi ha più di 75 anni.

Crescono, infine, i fumatori: sale dello 0,7% gli over 14 che dichiarano di farlo anche se il 52,6% del belpaese dichiara di non aver mai acceso una bionda.
Sul fronte dei conti, le famiglie italiane, hanno visto poi crollare negli ultimi 5 anni il grado di soddisfazione per la propria situazione economica mentre il lavoro resta un problema per tanti.
Sono infatti sempre più gli under 29 alla ricerca di lavoro nonostante una crescita del numero degli occupati (+0,7% nel 2005).
Nonostante le difficoltà, però, il risparmio resta un “pallino”: i depositi bancari, a fine 2005, superavano i 690 miliardi di euro, con un aumento del 7,2%.

Fonte:
Panorama.it